Parte "Meno beneficenza più diritti"

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"La scorsa settimana, mentre un operaio genovese moriva per un incidente sul lavoro nello stesso tempo, in una fabbrica che confeziona asciugamani in Pakistan, è crollato il tetto fatiscente ed è morto un bambino di 10 anni": esordisce con questo episodio di cronaca Umberto Musumeci, responsabile Diritti economici e sociali di Amnesty International durante la presentazione questa mattina a Venezia della Campagna "Meno beneficenza più diritti"

Due tragedie legate dallo stesso filo: la responsabilità delle imprese nei processi e nelle condizioni di produzione. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questi temi si sono mobilitate 14 fra la più importanti sigle della cooperazione allo sviluppo, del commercio equo e solidale, dell'associazionismo in Italia: Amnesty International, Legambiente, Coordinamento Lombardo Nord / Sud, Roba dell'Altro mondo, Arci, Ctm /Altromercato, TransFair Italia, Azione Aiuto, Banca Etica, Libera, Unimondo, Cittadinanzattiva, Mani Tese, Save the Children Italia. Organizzazioni che rappresentano tre milioni di iscritti e che si oppongono all'attuale politica del governo sulla responsabilità sociale di impresa che sarà illustrata dallo stesso ministro Maroni durante la conferenza interministeriale che si svolgerà domani nel capoluogo veneto.

Una politica che, come ha detto Filippo Mannucci, presidente di Mani Tese: "autorizza le imprese a fare ciò che vogliono con la condizione che destinino a scopo benefico una piccola parte dei loro profitti. Anzi, potranno perfino "finanziare" opere di welfare dove lo Stato non ha fondi. Succederà così che nei nostri ospedali ci saranno infermieri pagati dallo Stato accanto ad infermieri "sponsorizzati" dal privato". Tutto questo, oltre a provocare un danno per il servizio ai cittadini, avrà come conseguenza una precarizzazione del lavoro. Il secondo punto critico della proposta di Maroni individuato dalla Campagna è l'autocertificazione: in pratica qualsiasi azienda potrà dichiararsi "responsabile" se destinerà parte dell'utile in beneficenza senza che ci sia nessuno a verificare che quella stessa azienda non inquini l'ambiente e rispetti i diritti dei lavoratori. "Vogliamo la creazione di un marchio etico sociale ed ambientale, un organo indipendente gestito dallo Stato che certifichi le aziende e le incentivi a comportamenti socialmente responsabili anche tramite sgravi fiscali - ha detto Mannucci.

Un'altra richiesta è quella di rendere obbligatoria la pubblicazione annuale di un "bilancio di sostenibilità" da parte dell'azienda sulla scorta di quanto già avviene in Francia e da estendere a tutti i membri dell'Unione. In questa direzione si è già pronunciato un decreto ministeriale dello scorso agosto, come ha spiegato Paolo Cacciari, assessore all'ambiente del Comune di Venezia che ha patrocinato la Campagna. In pratica gli enti locali sono obbligati ad avvalersi, per le loro forniture, di materiale riciclato certificato nella misura del 30%. "Se si è potuto fare per il rispetto dell'ambiente, non vedo perché non si possa fare nell'ambito dei diritti dei lavoratori" ha detto Cacciari. Prossima occasione di promozione della Campagna sarà il 23 novembre quando l'attore Marco Paolini rievocherà a Marghera la tragedia di Bophal: due città che rievocano una stessa tragedia causata dall'irresponsabilità.

Fonte: Campagna Meno beneficenza più diritti

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