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Parlamento Europeo: risoluzione sugli aiuti all'istruzione
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Il Parlamento Europeo vota il 15 maggio a Stasburgo una risoluzione su istruzione e formazione nel contesto della riduzione della povertà nei Paesi in Via di Sviluppo. Sarà garantito così un significativo incremento nelle risorse di cooperazione internazionale destinate al'istruzione.
Mani Tese ha promosso in questi giorni una petizione indirizzata al Presidente della Commissione Europea Romano Prodi per chiedere l'effettiva attuazione di questa risoluzione del Parlamento Europeo e l'impegno da parte degli Stati membri ad incrementare le risorse nazionali di cooperazione allo sviluppo sino a raggiungere lo 0,7% del PIL, assicurando che il 20% di tali risorse venga destinato all'accesso universale all'istruzione.
Mani Tese ricorda infatti che "almeno 113 milioni di bambini nel mondo non frequentano la scuola, di questi i due terzi sono bambine. Se la situazione non cambia, nel 2015 - anno in cui, secondo gli obiettivi di Dakar, si dovrà raggiungere l'accesso universale all'istruzione - ci saranno ancora 75 milioni di bambini non scolarizzati".
Intanto l'associazione Amref (Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca) accoglie con soddisfazione la notizia che il nuovo governo kenyota del Presidente Kibaki, eletto lo scorso 27 dicembre, ha deciso di rendere obbligatoria e gratuita la scuola primaria.
Già nei giorni successivi all'annuncio di questa iniziativa "rivoluzionaria", ai cancelli delle scuole si sono presentati migliaia di nuovi alunni. Amref, da anni impegnata nel Paese con progetti di scolarizzazione, rileva però come le casse dello Stato non siano in realtà ancora in grado di sostenere le scuole nè per la costruzione di aule, di servizi igienici, di cisterne per l'acqua, nè per la fornitura di arredi e strumenti didattici. Si calcola che per garantire il diritto all'istruzione primaria a tutti i bambini che fino ad oggi ne sono stati esclusi, lo Stato dovrà assumere 50.000 nuovi insegnanti, mentre le infrastruttre sono a tutt'oggi le stesse di prima, vecchie, fatiscenti, inadatte alla nuova missione.