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Palestina: condanna Onu alle distruzioni di Rafah
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Una massiccia operazione militare terrestre e aerea ha colpito l'area del campo per rifugiati di Rafah, nella Striscia di Gaza in cui sonomorti almeno 14 palestinesi e ne sono stati feriti 33. A Rafah vivono 140.000 palestinesi che a questo punto appaiono completamente separati dal resto della Striscia.Dopo due raid con elicotteri e con mezzi blindati pesanti, secondo fonti mediche palestinesi che lo hanno riferito ad agenzie di stampa internazionali, gli israeliani avrebbero sparato anche sulle ambulanze che trasportavano i feriti. Amnesty International sostiene che dal 2001 sono state distrutte non meno di 3.000 case. Una convocazione urgente del Consiglio di Sicurezza è stata chiesta dai Paesi arabi per discutere delle demolizioni. La Comunità di Emergenza è preoccupata per la mancanza di cibo, acqua e latte in città. Secondo il team delle Nazioni Unite nelle prime due settimane di maggio più di 2.197 persone hanno lasciato le loro abitazioni che sono state demolite. L'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) ha aperto una scuola per le vittime delle distruzioni. L'Agenzia ha definito che ricostruire le case per queste persone costerà circa 32 milioni di dollari. Ieri il segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan ha condannato duramente le distruzioni portate avanti da Israele e ha richiamato Sharon a rientrare nel diritto internazionale per garantire la sua sicurezza.
Questa operazione militare israeliana è la più forte che si è mai avuta nella striscia di Gaza dall'inizio dell'Intifada. L'International Alliance of Inhabitants sostiene la campagna mondiale affinchè si fermi l'abbattimento di centinaia di case palestinesi a Rafah, sul confine della Striscia di Gaza con l'Egitto per creare una zona "sterile" largo centinaia di metri. Si tratta della realizzazione dei piani che l'esercito formulò già nel 2001 e che furono eseguiti pezzo a pezzo durnate gli scorsi tre anni. La pacifista americana Rachele Corrie è stata uccisa quando tentò di bloccare un bulldozer che stava eseguendo tali demolizioni. Adesso è l'ultima occasione per agire contro il Grande Disegno del governo di Sharon (creare una zona cuscinetto controllata da Israele - "Philadelphia Route" tagliando permanentemente la Striscia di Gaza da ogni accesso al mondo esterno - trasformando Gaza in un enorme campo di prigionia). L'invito è di inviare una serie di email ai responsabili politici di queste decisioni.
Come pressione politica verso l'accordo commerciale con Israele, lo scorso 3 maggio si è tenuto a Roma, il sit in promosso dalle associazioni e dai comitati di solidarietà con il popolo palestinese. Il 4 maggio, una delegazione ha poi consegnato al Consigliere Politico dell'Ambasciata d'Irlanda, Mr. Baylor, un documento degli organizzatori della manifestazione in cui si argomentano le ragioni della richiesta di sospensione dei trattati commerciali con Israele; il documento è stato poi inoltrato a Dublino, alla Presidenza di Turno dell'Unione Europea in occasione del vertice
dei ministri degli esteri europei. Infine occorre ricordare che a giugno si attende la sentenza della Corte di Giustizia dell'Aia, a cui la maggioranza degli Stati membri dell'Assemblea delle Nazioni Unite ha chiesto di esprimersi sulla legalità del Muro secondo le leggi internazionali. [AT]
Altre fonti: Forum Palestina, Operazione Colomba, United Nation, Palestione Monitor