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Palermo: appello della società civile ai ministri Ue contro il WTO
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La Campagna 'Questo mondo non è in vendita' e la Rete europea 'Seattle to Brussels', impegnate sui temi in discussione alla V conferenza ministeriale della World Trade Organization a Cancun dal 10 al 14 settembre prossimi, hanno consegnato le richieste della società civile internazionale al Viceministro per il Commercio con l'estero Adolfo Urso, ai ministri dell'Unione europea e al
Commissario al commercio Pascal Lamy, riuniti in questi giorni a Palermo per decidere la linea dell'Unione Europea per la ministeriale di Cancun.
Per la prima volta una riunione del Consiglio del commercio dei 15 paesi membri dell'Unione Europea è stata aperta ai 10 paesi che entreranno a fare parte dell'unione nel 2004. Il programma di Palermo ha previsto una Conferenza dei Ministri del Partenariato Euro-Mediterraneo, con la partecipazione dei rappresentanti di 12 governi del Medio Oriente e del Nord Africa. Obiettivo dell'incontro, secondo i sostenitori della campagna 'Questo mondo non è in vendita', sarebbe stato quello di sfruttare la presenza dei ministri dei paesi del Mediterraneo meridionale ed orientale, e dei nuovi membri dell'unione, per promuovere e ultimare un'agenda commerciale comune e ottenere il sostegno per sviluppare un accordo sugli investimenti nell'ambito del WTO.
La società civile internazionale chiede ai ministri del commercio dell'Ue di: ritirare il sostegno all'inizio dei negoziati sui nuovi temi (liberalizzazione degli investimenti all'estero, politiche sulla competizione e appalti pubblici internazionali) e quindi rivedere il mandato negoziale conferito dal Consiglio al Commissario Lamy nel 1999; smettere di impegnarsi in strategie per ''accordi ingannevoli'', ma rispettare gli impegni precedentemente presi per ridurre il dumping sui sussidi e per muoversi nella direzione di un'agricoltura piu' sostenibile senza ulteriori concessioni da parte dei paesi in via di sviluppo; sostenere l'agenda per riformare radicalmente le esistenti regole sul commercio piuttosto che forzare l'avvio di un nuovo insieme di negoziati che la maggior parte dei paesi in via di sviluppo non vuole; assumersi la responsabilita' per quel che riguarda le proprie decisioni verso l'incontro di Cancun. Si incoraggiano i paesi membri dell'Ue a far sentire le loro preoccupazioni in merito all'attuale posizione della Commissione europea sui nuovi temi e a sostenere un'agenda negoziale europea che risponda maggiormente alle preoccupazioni dei cittadini dell'Unione e alle richieste di riduzione della poverta' e di sviluppo sostenibile.
Fonti: Campagna WTO, Seattle to Brussels Network;