Pago il biglietto in bottiglia!

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Recentemente abbiamo parlato di killer che si aggirano per l’Europa mietendo molte più vittime dei criminali raccontati nei telegiornali: le micropolveri. A intervalli regolari la nostra attenzione viene richiamata da provvedimenti volti a ridurre l’inquinamento cittadino, sottolineando di volta in volta i rapporti causa effetto legati al cambiamento climatico, all’elevato numero di automobili in circolazione, alla scarsa affezione nei confronti dei trasporti pubblici. Targhe alterne, domeniche senz’auto, car sharing… siamo da più fronti invitati a ridurre e ottimizzare l’utilizzo delle nostre macchine. Un inverno secco, asciutto, polveroso. E poi quel contenitore per la raccolta differenziata che occupa il suo posto d’onore sulla pensilina della stazione, che richiama la mia attenzione mentre accompagnoo un amico al treno.

Cos’hanno in comune questi pensieri? Un filo rosso che si chiama alleanza tra aziende dei trasporti e tutela ambientale, tra raccolta differenziata e risparmio, e che mi ha fatto ricordare un’iniziativa introdotta in Cina un po’ di tempo fa: bottiglie di plastica in cambio di una riduzione delle spese di viaggio sui mezzi pubblici. Incentivare la mobilità sostenibile, migliorare lo smaltimento dei rifiuti, ridurre impatto e consumi in un unico gesto. Il successo riscosso dall’iniziativa non deve certo far pensare che la raccolta differenziata vada sempre e soltanto potenziata a suon di sonanti e monetizzate ricompense: differenziare dovrebbe essere un dovere a prescindere, un impegno delle istituzioni e contemporaneamente dei cittadini per il pianeta che condividono. E’ vero però che qualche incoraggiamento di tanto in tanto non guasta, a maggior ragione se è volto a premiare un comportamento corretto, responsabile e rispettoso della collettività: se con il riciclo di 1.000 tonnellate di plastica (pari alla quantità di plastica consumata in una piccola città) si ottiene il risparmio di circa 3.500 tonnellate di petrolio (l'equivalente dell'energia usata da 15.000 frigoriferi in un anno), ecco, forse vale la pena fermarci a riflettere.

Sappiamo benissimo che il rifiuto plastico non riciclato ha lunghissimi tempi di decomposizione, inquina aria, acqua e terreni e rappresenta un enorme spreco di risorse: ragione in più perché le bottiglie in PET (riciclabili!) godano assolutamente di una seconda vita. Seconda vita che per noi può tradursi nell’immediato in uno sconto sul rifornimento di carburante o sul carrello della spesa. Sono iniziative che in Italia non sono ancora molto diffuse, ma che consentono a soggetti commerciali (dalla Grande Distribuzione Organizzata a più piccole aziende private) di offrire un servizio redditizio a consumatori e dipendenti. Persino la pausa caffè può beneficiare di questi meccanismi, come ci raccontano gli amici di Greenme.it, sempre attenti e precisi nel rilevare le buone pratiche in corso anche oltre i nostri confini.

Purtroppo istituzioni e amministrazioni pubbliche dimostrano ancora una volta la loro elefantiaca difficoltà a stare al passo con i tempi e a mettersi in gioco su iniziative che si traducono invece, lì dove attuate, in ottime opportunità collettive, non solo per farsi benvolere dai propri cittadini ma anche per proteggere l’ambiente (quante le bottigliette che invece di essere gettate nei cestini dei rifiuti - comunque indifferenziati, sigh - vengono lasciate sui marciapiedi, sui muretti o ai bordi delle strade?). Sarebbero gesti semplici che rappresenterebbero indubbiamente occasioni di impegno concreto in strategie alternative su questioni di interesse generale, come ad esempio la lotta all’evasione del biglietto (purtroppo rimangono sempre alti i numeri di chi non lo paga sui mezzi pubblici).

Certo non possiamo essere certi che, se potessimo viaggiare gratis o godere di uno sconto sul prezzo del biglietto, ci impegneremmo tutti e tutte con maggiore motivazione nel rendere e nel mantenere le nostre città più pulite e ordinate. Siamo però convinti che un tentativo andrebbe fatto, soprattutto alla luce delle esperienze positive messe in atto già da qualche anno da altre realtà e comprovanti il loro successo per durata e adesione. 

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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