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Pace: da Madrid ad Assisi manifestando il 19 marzo
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Ad un anno dagli spaventosi attentati terroristici di Madrid che hanno ucciso 190 persone e ferite quasi duemila, la Tavola della pace ha presentato oggi un fitto programma di attività che sfocerà nella Marcia per la pace Perugia-Assisi convocata per il prossimo 11 settembre all'insegna della lotta alla miseria, alla guerra, al terrorismo e alla violenza e per la democratizzazione dell'Onu. Al termine della Conferenza stampa i rappresentanti della Tavola della pace si sono recati all'Ambasciata di Spagna per consegnare ai familiari delle vittime e ai rappresentanti del popolo spagnolo un segno della solidarietà e vicinanza del movimento per la pace italiano.
Intervenendo al "Summit internazionale su democrazia, terrorismo e sicurezza", la Segretaria generale di Amnesty International, Irene Khan, ha chiesto alla comunità internazionale di adottare "una strategia complessiva per combattere gli abusi dei gruppi armati centrata sul rispetto dei diritti umani". "Colpire di proposito la gente comune costituisce grave abuso dei diritti umani fondamentali e dei principi basilari di umanità. Sono azioni che non vanno mai tollerate o giustificate. I gruppi e le singole persone che le compiono non sono al di sopra della legge, ma hanno obblighi precisi da rispettare" - ha proseguito Irene Khan. "Dobbiamo condannare coloro che commettono atrocità come gli attentati di Madrid. Dobbiamo combatterle ma senza per questo dimenticare i nostri valori fondamentali. Se ci opponiamo al terrore attraverso il terrore, saranno altri a vincere".
"Purtroppo - ha sottolineato Irene Khan - l'agenda della sicurezza globale sviluppatasi all'indomani dell'11 settembre 2001 ha condotto all'aumento degli abusi dei diritti umani da parte dei gruppi armati, dei governi e di singole persone in ogni parte del mondo. In molti paesi, le nuove dottrine sulla sicurezza hanno esteso il concetto di 'guerra' a situazioni che prima erano considerate circoscritte al mantenimento della legge e dell'ordine. Da qui, l'idea che i diritti umani possano essere accantonati quando si procede all'arresto, all'interrogatorio e al giudizio nei confronti di sospetti terroristi. "L'Amministrazione Usa ha platealmente violato i principi del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario" - nota Amnesty International. "Le misure adottate da Washington - tra cui le detenzioni arbitrarie, le commissioni militari per giudicare i detenuti di Guantanamo, il trasferimento illegale di prigionieri, le torture ad Abu Ghraib e altrove - hanno spinto altri governi a ritenere che violare i diritti umani nel contesto della ricerca della sicurezza è un fatto accettabile. Ovunque nel mondo, dal Darfur al Nepal, le crisi dei diritti umani sono tollerate o ignorate in nome della sicurezza". Nel 2004, Amnesty International ha documentato gravi abusi dei diritti umani - tra cui uccisioni deliberate e arbitrarie di civili, torture, sequestri e catture di ostaggi - in 35 paesi.
Intanto per il prossimo 19 marzo, secondo anniversario dei bombardamenti sull'Iraq, il movimento contro la guerra manifesterà nelle piazze delle principali città degli Stati Uniti e delle capitali nel resto del mondo. In Europa, a Londra e a Roma, le manifestazioni assumono particolare importanza perchè i due governi sono direttamente impegnati nell'occupazione dell'Iraq. "Chiamiamo i movimenti pacifisti, antimilitaristi, antimperialisti, le forze sindacali, politiche, sociali, i soggetti della cultura e dell'informazione, a mobilitarsi il 19 marzo a Roma in una grande manifestazione nazionale" - riporta il comunicato ddel Comitato promotore italiano.
Tra le proposte di mobilitazione da segnalare quella del Glt nonviolenza di Rete di Lilliput. "Abbiamo già ampiamente esercitato tutte le forme possibili di dissenso e di protesta (petizioni, marce, presidi, attività di lobbing, azioni simboliche...) senza essere ascoltati" - nota il comunicato. "La nonviolenza, secondo la visione di progressione gandhiana, ci dice che è decisivo e necessario passare dalle azioni di protesta e di espressione del dissenso personale (come l'esposizione delle bandiere della pace), ad azioni di non collaborazione attiva (come il boicottaggio dei prodotti petroliferi), ossia al 'sanzionamento' dal basso del sistema, passare a forme di disobbedienza e rifiuto più indignate e radicali e farle diventare pratiche collettive e diffuse". Per riprendere un "percorso di opposizione diffusa alle politiche di guerra e di violenza" capacei di ostacolare il funzionamento della macchina della guerra nei suoi diversi ingranaggi", la Rete Lilliput propone di attivarsi su alcune campagne come la campagna sull'obiezione alle spese militari, sostenere la Control Arms, agire sugli enti locali per ottenere un ordine del giorno che impegni le giunte a discutere la proposta della "tesoreria disarmata", (cioè non affidata a banche che finanziano vendite di armi), o comune disarmato. [GB]