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“Osserva due volte, perdonane una”
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Foto: Unsplash.com
Un metodo inusuale, riassunto dalla frase: “Osserva due volte, perdonane una”, possibile pay off per sostenere la cooperazione sociale sviluppato attraverso un modello matematico attraverso il quale i ricercatori hanno individuato un modo per mantenere la collaborazione senza fare affidamento su norme complesse o sulle istituzioni.
È un recente risultato emerso dal lavoro di un gruppo di studiosi dell’Università della Pennsylvania e dell’Università di Princeton: la teoria della reciprocità indiretta sostiene che le persone che si guadagnano una buona reputazione aiutando gli altri siano più facilmente ricompensate da terze parti. Nella maggior parte dei modelli teorici che prendono in considerazione come la “fama” impatti sul desiderio delle persone di cooperare l’una con l’altra, le reputazioni sono binarie – buona o cattiva – e basate su informazioni limitate. Ma nel mondo odierno esiste anche una serie di informazioni disponibili circa il comportamento delle persone che deriva per lo più dall’utilizzo dei social media.
Alla guida di questa ricerca due professori di biologia: Joshua B. Plotkin e Corina Tarnita che hanno lavorato in collaborazione con i rispettivi colleghi proprio sulla cooperazione, focalizzandosi sul giudizio che viene dato a una persona in un “ambiente ricco di informazioni”. “La corrente teoria della reciprocità indiretta suggerisce che le reputazioni possano funzionare solo in poche società, quelle cioè che hanno complesse norme di giudizio e istituzioni pubbliche che rafforzano le intese”, ha osservato Michel-Mata, dottorando che ha preso parte alla ricerca. Con la sua formazione antropologica riconosce come questo tipo di società siano l’eccezione e non la regola e la domanda è quindi: la reputazione è la somma di molteplici azioni?
Fino ad ora i modelli sviluppati hanno dato per scontato che sia una singola azione a determinare la reputazione di qualcuno, ma ci sono probabilmente molte più sfumature su come finiamo per considerare qualcuno “rispettabile”: spesso si tratta di una molteplicità di azioni, classificate di volta in volta come “buone” o “cattive”. Il modello matematico testato dal gruppo di ricerca ha invece mostrato come considerare un numero maggiore di azioni e “perdonarne” qualcuna di disdicevole è un metodo di considerare il comportamento sufficiente a sostenere la cooperazione. Quello che loro hanno appunto chiamato “Osserva due volte, perdonane una”. I ricercatori sostengono infatti che, anche se persone diverse in una determinata società sottoscrivono diverse norme di giudizio, il metodo dell’”osserva due volte e perdonane una” genera comunque un consenso sufficiente per promuovere la collaborazione senza pettegolezzi o istituzioni pubbliche, il che conferma l’ipotesi iniziale da cui è scaturita la ricerca, ovvero che le pubbliche istituzioni non siano un prerequisito per una cooperazione basata sul buon nome. E fornisce inoltre una credibile alternativa a quelle situazioni dove le pubbliche istituzioni hanno perso credibilità, impedendo così proficue alleanze.
Si tratta insomma di valutare di volta in volta la capacità del singolo di prestare aiuto a un'altra persona, aggiornando periodicamente sia le rispettive reputazioni sia le proprie strategie. Andiamo al punto: l’idea non è “sono gentile con Mario perché Mario è stato gentile con me”. La dinamica è invece: “sono gentile con Mario perché lui è stato gentile con Giulia e io ho una buona opinione di lui”. Quello che emerge dallo studio è che, se si osservano due interazioni di una persona e almeno una di queste è un’azione che si considera buona, si può cooperare, altrimenti si diserta. E osservare più di un paio di azioni non inficia la regola né aggiunge benefici. Una regola semplice, robusta, che indica come una simile strategia comportamentale possa avere radici antiche nelle società umane. E antropologi e scienziati del comportamento hanno la porta aperta per fare le loro considerazioni, alla luce di una serie di questioni sociali contemporanee in cui comportamenti privati sconvenienti diventano informazioni accessibili pubblicamente.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.