Onu: lo scandalo investe anche Formigoni e compagnie Usa

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Anche Roberto Formigoni, Governatore della Lombardia, è nel mirino della Commissione speciale dell'Onu incaricata di far luce sulle truffe relative al programma dell'Onu "Oil for food" riportano fonti del quotidiano britannico "Financial Times" e de "Il Sole 24 ore". Formigoni sarebbe addirittura il maggiore beneficiario, tra tutti gli uomini politici occidentali, delle assegnazioni petrolifere clandestine da parte del regime di Baghdad.

Il governatore della Lombardia avrebbe ottenuto dal regime iracheno 'buoni' per 24 milioni di barili. I 'buoni' erano semplici comunicazioni telefoniche o via fax, con le quali gli assegnatari comunicavano alla Somo, la società petrolifera di stato irachena, a quale azienda intendevano trasferirli. A quel punto si creava un documento ufficiale, che veniva inviato all'Onu. "Ho sempre cercato di promuovere gli interessi delle aziende lombarde nel rispetto delle linee dell'Onu e del governo del mio Paese - ha commentato il presidente della Regione - nulla mi viene contestato, perchè nulla mi può essere contestato. Le dichiarazioni di oggi sono la solita minestra riscaldata".

Secondo indiscrezioni, le mazzette per ottenere i contratti in Iraq ammonterebbero a 2 milioni e mezzo di dollari e i dati sarebbero contenuti nel rapporto consegnato dalla presidenza della commissione a Kofi Annan. Il Segretario generale dell'Onu attende le conclusioni della commissione, che potrebbero riguardare anche suo figlio Kojo e la società Cotecna di cui il figlio figurava a libro paga. Annan ha avviato alcuni giorni fa un'azione disciplinare nei confronti di Benon Sevan, il capo del programma "Oil for food" in Iraq dal '97 al 2003 che il rapporto della Commissione Volcker accusa di inconciliabili conflitti di interesse.

Secondo esperti svizzeri, tra le altre compagnie indagate vi sarebbero anche compagnie petrolifere Usa. Il Paese elvetico ha contribuito con alcune informazioni bancarie e con supporto tecnico all'inchiesta della Commissione dell'ONU guidata dall'ex presidente della banca federale degli Stati Uniti Paul Volcker. Un esperto legale penale svizzero, Mark Pieth, guida il gruppo che raccoglie le prove finanziarie dell'operazione.

Il programma "Oil for food" fu creato il 14 aprile 1995, quando il Consiglio di sicurezza approvò la risoluzione 986, con la quale permetteva all'Iraq di vendere petrolio sotto la stretta supervisione Onu. Gli introiti delle vendite di petrolio avrebbero dovuto essere utilizzati per l'acquisto di derrate alimentari, medicinali e beni di prima necessità. Invece il governo di Saddam Hussein ha aggirato i divieti e di vendere sottobanco il petrolio a prezzi di favore creando dei fondi neri, che vennero utilizzati in un primo momento per 'ricompensare' politici e opinion-maker di tutto il mondo disposti ad attivarsi in una campagna contro le sanzioni all'Iraq e per l'acquisto di armi. Saddam impose quindi su tutti i prodotti esportati in Iraq e sugli acquisti di petrolio una 'tassa' del 10 per cento. Le maggiori società petrolifere rifiutarono di pagarla bollandola come una tangente, ma alcune compagnie più piccole accettarono il ricatto, traendone grandi vantaggi economici.

Dopo il devastante rapporto di Paul Volcker, il Segretario generale dell'Onu ha inviato una lettera di tre pagine inviata ai funzionari del Palazzo di Vetro e contemporaneamente ha promesso che lo scandalo "Oil for food" sarà l'occasione per avviare finalmente una serie di riforme che i dipendenti dell'Onu chiedevano da tempo. Kofi Annan ha però tenuto a sottolineare che il lavoro dei funzionari Onu non è stato inutile. "Spero che non si dimenticherà che abbiamo salvato dalla fame 27 milioni di iracheni e diminuito la malnutrizione dei bambini del 50 per cento. E che non hanno fondamento le voci secondo cui siamo responsabili per 21 miliardi di guadagni illeciti da parte di Saddam" - ha detto Annan. [GB]

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