Ong: rapito medico iracheno di ong italiana, rilasciati operatori di MsF

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E' stato rapito a Baghdad Alharit Muthann Aljanabi, medico iracheno di 25 anni che lavora con la ong italiana Terre des Hommes Italia (TdH). Il rapimento - rende noto l'ong - è avvenuto ieri nel centro di Baghdad ad opera di un gruppo di sconosciuti. C'è già stato un primo contatto tra il padre del giovane medico ed i rapitori ma non si hanno notizie sulla natura del rapimento e le eventuali richieste- riferisce ancora Terre des Hommes Italia.

Intanto Medici senza Frontiere (MsF) annuncia la liberazione oggi a Bunia di due operatori umanitari - un francese e il suo autista congolese - rapiti da una banda armata il 2 giugno scorso nella provincia nord-orientale dell'Ituri nella Repubblica Democratica del Congo. I due hanno già raggiunto i propri colleghi di Msf a Bunia e si trovano in buone condizioni di salute. L'organizzazione umanitaria è presente dal 2003 in Ituri per prestare assistenza sanitaria ai civili di questa zona, dove negli ultimi anni gli scontri tra fazioni ribelli rivali hanno provocato decine di migliaia di vittime e mezzo milione di sfollati. Secondo l'Onu negli ultimi mesi circa 13.000 ribelli hanno consegnato le armi, ma la zona rimane ancora insicura.

E sempre Medici senza Frontiere annuncia il rilascio dei due operatori arrestati nei giorni scorsi dalle autorità sudanesi. Si tratta di Vincent Hoedt e Paul Foreman, i due operatori di MsF che erano stati arrestati dalle autorità sudanesi per la pubblicazione da parte dell'organizzazione umanitaria MsF di un rapporto su centinaia di violenze sessuali in Darfur. Secondo il regime di Khartoum il rapporto sarebbe "falso": le autorità sudanesi hanno spiccato il mandato di cattura ed avviato un procedimento penale contro la sezione olandese di Msf. I due operatori sono stati rilasciati dietro pagamento di una cauzione - riferisce l'organizzazione - e restano attualmente sotto processo per non aver fornito alle autorità sudanesi le informazioni sulle persone vittime di violenze sessuali che si sono rivolte ai centri di MsF e che hanno rappresentato la base scientifica per il rapporto.

Mentre si congratula per la liberazione di Clementina Cantoni, Msf ricorda oggi i suoi quattro operatori uccisi barbaramente il 2 giugno dell scorso anno in Afghanistan. Si tratta di Hélène, Willem, Egil, Fasil e Besmillah. Ricordando quei fatti, Stefano Savi, Direttore MsF- Italia, in un editoriale pubblicato sul sito dell'organizzazione pone pressanti domande su l'informazione e la confusione tra interventi umanitari e militari.

"A chi fa veramente comodo questa confusione tra interventi umanitari e militari?" - chiede il Direttore. "Nella primavera del 2004 le forze di coalizione hanno distribuito nel Sud dell'Afghanistan dei volantini in cui veniva chiesto alla popolazione di "fornire alle forze della Coalizione informazioni su Talebani e Al Qaeda" affermando che ciò era necessario "per poter continuare a ricevere assistenza umanitaria". Questa chiara e strumentale violazione dei principi umanitari di imparzialità nell'erogazione degli aiuti non può essere accettata". Nell'editoriale il direttore di MsF denuncia come, prima del rapimento di Clementina Cantoni - "negli ultimi 6 mesi del 2004 i sette TG nazionali hanno parlato di Afghanistan per 3 ore e 29 minuti, ma di questi solo 5 minuti sono stati dedicati alle reali condizioni di vita di uomini donne e bambini afgani. Per il resto si è parlato di elezioni, attentati, aggressioni". [GB]

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