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Oltre l'apatia dei governi: le alternative della società civile
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La terza conferenza proposta a Civitas da World Social Agenda ha affrontato il tema delle possibili alternative al modello economico dominante. Un modello che, come ha ricordato nell'introduzione Francesco Bicciato di Banca popolare Etica, produce sempre maggiore povertà non solo nel sud del mondo, ma anche a nord: in Italia sono 7,5 milioni le persone in stato povertà.
La conferenza ha promosso un confronto tra rappresentanti delle istituzioni internazionali e della società civile.
Eveline Herfkens, direttrice esecutiva per le Nazioni Unite della Campagna "Millenium Development Goals" ha sottolineato in apertura come "non si possa vincere la pace se non si vince la guerra alla povertà" e ha ricordato come la proposta formulata nel 2000 dalle Nazioni Unite di dimezzare entro il 2015 il numero di persone che vive in estrema povertà, sia purtroppo ancora disattesa da molti paesi ricchi. "E' compito della società civile fare in modo che i nostri governi mantengano e attuino le promesse fatte - ha continuato Eveline Herfkens -
individuando negli aiuti allo sviluppo, nella soluzione al problema del debito e nelle politiche commerciali i tre ambiti principali verso cui pretendere dai governi alternative eque e di giustizia.
Sabina Siniscalchi (Social Watch Italia) ha rafforzato le tesi della Herfkens sostenendo come "l'alternativa si costruisca solo attraverso un'azione politica indirizzata a favore dei diritti umani e della giustizia" e come sia un dovere dei paesi ricchi combattere la povertà. Confermando l'importanza di non diminuire i fondi destinati agli aiuti allo sviluppo a favore del "capitale umano" dei popoli impoveriti, Sabina Siniscalchi ha ricordato la necessità da parte dei governi dei paesi ricchi, di sostenere la cooperazione internazionale.
Di fronte all'apatia e alle promesse non mantenute dei governi, la società civile si è però organizzata da tempo proponendo canali alternativi.
La boliviana Maria Eugenia Moscos, direttrice di FONDEG e l'ecuadoriano Carlos Domenech direttore di Cepesiu, organismi che si occupano di microcredito, hanno illustrato le modalità con cui nei loro Paesi i piccoli produttori e le microimprese riescono ad accedere, tramite strutture alternative alle banche, a crediti che consentono un importante sviluppo economico e sociale. Tra queste, la campagna "Sin Credito no hay ma㱀ana" presentata da Marco Santori, Presidente del Consorzio Etimos, concretizza l'alternativa che attraverso progetti di microfinanza sostiene i piccoli produttori del sud del mondo.
Migel Tzoytum, coordinatore generale dell'Associazione Chayulense in Guatemala, e Dagoberto Suazo, direttore di CCCH in Honduras, hanno individuato nelle strategie commerciali delle multinazionali alimentari e nella disinformazione dei cittadini, le responsabilità relative all'aggravarsi della condizione dei piccoli produttori di caffè. Tramite la campagna "Sin cafè no hay ma㱀ana" promossa da Consorzio di microfinanza Etimos e TransFair, si propone un sostegno ai piccoli produttori e uno strumento di comunicazione diretta tra il produttore e il consumatore. Per far fronte alle necessità di base della popolazione che vive sulla produzione di caffè, è necessario un "consumatore cosciente" ha affermato in chiusura Dagoberto Suazo.
Fonte: World Social Agenda