Oggi, 2 agosto 2023, è l’Earth Overshoot Day

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Foto: NASA da Unsplash.com

Anche quest’anno il giorno del grande debito planetario è arrivato. Oggi, 2 agosto 2023, è l’Earth Overshoot Day, il giorno in cui come umanità andiamo in rosso, iniziamo a consumare le risorse che madre Terra ci avrebbe messo a disposizione solo il prossimo anno.

Come sempre, a raccontarci tutto questo è il National Footprint and Biocapacity Accounts di FoDaFo (Footprint Data Foundation) e York University.  La notizia in sé è come sempre tragica. Ci stiamo mangiando il Pianeta. Siamo così convinti di avere il Pianeta a disposizione da consumarne, ogni anno, quasi due. Sprechiamo risorse senza preoccuparci – o quasi - del futuro. 

Una piccola buona notizia, però, c’è: quest’anno abbiamo un po’ ritardato l’Earth Overshoot Day. Lo scorso anno, infatti, era caduto il 28 luglio. Se pensiamo che da quando i dati vengono messi insieme, dal 1961, escluso il periodo della pandemia da Covid19, avevamo sempre accorciato i tempi di messa in mora, beh il dato di quest’anno è positivo. Pensate: nel 1973 questo stesso giorno era stato fissato il 3 dicembre. Il dato di quest’anno, conferma un certo “appiattimento” nella corsa al consumo, segno - dicono gli esperti – che le politiche positive messe in atto dalla comunità internazionale stanno funzionando.

Troppo ottimismo? Forse. Intanto ricordiamo come funziona la cosa, aiutati da quanto pubblicato da Terranuova.it. L’Earth Overshoot Day è il giorno in cui la domanda di risorse e servizi ecologici dell’umanità, in un dato anno, supera ciò che la Terra può rigenerare in quello stesso anno. Il deficit si mantiene, esaurendo gli stock di risorse ecologiche e accumulando rifiuti, principalmente anidride carbonica nell’atmosfera. Va osservato, per altro, come anche in questo campo distribuzione di ricchezza, consumo di risorse e politiche economiche dividano il Pianeta in modo netto. I Paesi più ricchi – Nord America ed Europa – sfruttano e consumano il Pianeta molto di più. L’Italia, ad esempio, è andata a debito lo scorso 15 maggio: di fatto, consumiamo 2,8 pianeti Terra l’anno. L’india, per dire, nonostante i quasi 1,5miliardi di abitanti consuma solo 0,70 pianeti Terra.

Insomma, c’è ingiustizia e disuguaglianza anche nell’uso del Pianeta. Lo dicono i dati. L’obiettivo comune, spiegano gli scienziati, dovrebbe ora essere quello di rallentare sempre più il consumo di risorse. Ad esempio, per raggiungere l’obiettivo di ridurre le emissioni di carbonio del 43% in tutto il Mondo entro il 2030 rispetto al 2010, sarebbe necessario spostare l’Earth Overshoot Day indietro di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni.

Cosa si dovrebbe fare? Alcuni cambiamenti potrebbero creare uno spostamento significativo: l’aumento delle fonti globali di elettricità a basse emissioni di carbonio dal 39% al 75% sposterebbe la data di 26 giorni. Poi, dimezzando lo spreco alimentare si guadagnerebbero 13 giorni. Infine, piantare alberi fra altre colture, anche agricole, farebbe guadagnare 2,1 giorni in più.

Gli esperti dicono che «il persistente superamento delle capacità della Terra di ricostituire le risorse che consumiamo porta a sintomi sempre più evidenti, tra cui insolite ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni, con il rischio di compromettere la produzione alimentare». In poche parole: il rischio è il disastro ed è un rischio sotto gli occhi di tutti. Cambiare rapidamente comportamenti e cultura è nell’interesse di ognuno di noi. In fondo, lo sanno tutti che fare debiti, alla fine, non paga.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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