Non riduciamolo a mera testimonianza di bene, il volontariato è linfa democratica

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Immagine: Trentovolo.capital

Si è aperto ufficialmente l’anno di Trento capitale del volontariato europea e italiana. Un’occasione che deve servire e ripensare al ruolo dell’attivismo sociale e civile nelle nostre comunità. A partire dalle parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Davanti a vigili del fuoco e scout, ad alpini e rappresentanti delle 6.510 associazioni trentine, il presidente (in tutto 2.500 persone riunite nel T quotidiano Arena) Sergio Mattarella ha inaugurato l’anno di “Trento Capitale europea e italiana del volontariato”. Qui potete ascoltare l’audio del suo intervento. 

Oltre a lui sono intervenuti il sindaco di Trento Franco Ianeselli, quello di Leopoli Andrij Sadovyj, il presidente della provincia Maurizio FugattiGabriella Civico, direttrice del Cev (Centro europeo del volontariato), Chiara Tommasini, presidente di Csvnet, la rete dei centri di volontariato italiani e tre volontari trentini: Anna Maria Minotto, in rappresentanza di quei volontari che aderiscono a Pronto Pia, una rete solidale a sostegno delle persone anziane, Luca Bronzini, coordinatore della scuola di italiano per stranieri Penny Whirton attiva da qualche anno al convento dei Cappuccini e Serena Endrizzi, presidentessa dell’associazione Intrecciante, progetto calcistico di integrazione multietnica nato tra i ragazzi richiedenti asilo dell’Africa subsahariana. 

Importanti le parole del Capo dello Stato, salutato all’ingresso da un’ovazione e spesso interrotto dagli applausi. 

Segnalo in particolare questo passaggio: “(I volontari sono) persone che danno fiducia. Non soltanto espressioni di testimonianza, ma persone amiche che, concretamente, rimarginano ferite, per restituire a ciascuno la sua umanità. Energie di grande valore e di grande vigore, grazie alle quali ci siamo sentiti e ci sentiamo più comunità. Il volontariato esprime una visione del mondo. Quella della indivisibilità della condizione umana. Il famoso “I care”, “mi riguarda”, fatto proprio da don Milani e da Martin Luther King. Una visione che pone in primo piano la persona, l’integralità della sua vita, il suo pieno diritto a essere parte attiva della comunità”.

E ancora: “Abbiamo bisogno di solidarietà, di esprimerla e di riceverla, per sentirci parte di una comunità e della sua storia che va avanti. La solidarietà, peraltro, è una pietra angolare degli ordinamenti. La nostra Costituzione la riconosce come presupposto di uno sviluppo davvero civile. Eloquente, a questo riguardo, è l’articolo 2, che dispone che la Repubblica “riconosce e garantisce” i diritti inviolabili dell’uomo, sia dei singoli sia delle formazioni sociali, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale.

La realtà del volontariato svolge un ruolo, insieme, di sentinella e di spinta di questo principio costituzionale. Rappresenta un pilastro anche della nostra civiltà europea”...

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