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La pace ha la memoria lunga
GIUGNO 2003 - Rimuovere. Dimenticare. Rilanciare. Sono i verbi con cui si deve confrontare il movimento per la pace in questo "dopo Iraq".
Rimozione. Agli editorialisti e ai politici che hanno accusato il movimento di antiamericanismo preconcetto e, addirittura, di fiancheggiare un certo terrorismo, bisogna far notare che non si possono continuamente rimuovere le sbandierate ragioni ufficiali della guerra all'Iraq:
a) il regime di Saddam Hussein possedeva armi di distruzione di massa;
b) il regime fiancheggiava al-Qaeda e fomentava il terrorismo di marca antioccidentale;
c) il Medio Oriente aveva bisogno di importare una massiccia dose di democrazia.
A tutt'oggi non è stata rinvenuta nessuna "pistola fumante", cioè la prova dell'esistenza di queste armi di distruzione di massa, e il terrorismo ha cominciato a colpire paesi ritenuti vicini all'occidente come il Marocco, l'Arabia Saudita, la Turchia, per non dire di Israele. Quanto alla democrazia…
Le ragioni vere della guerra erano altre (petrolio, geopolitica, rilancio dell'economia Usa). Per arginare il terrorismo ci vuol altro - un ordine internazionale meno muscoloso e unilaterale ma più plurale e più giusto, in cui il dialogo politico abbia un ruolo di primo piano - proprio come ha sempre sostenuto il movimento della pace. Questi sono i fatti che si sta tentando di rimuovere dall'attenzione dell'opinione pubblica: un'operazione che il movimento per la pace deve contrastare con la creatività e la serenità che gli sono proprie.
Continua...
Nigrizia, Rivista dei Missionari Comboniani: Il mensile dell'Africa e del mondo nero edito dal 1883.
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