Nelle guerre, la violenza di genere è ancora un’arma di oppressione

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Foto: Unsplash.com

L’erosione del diritto internazionale sta intensificando la strumentalizzazione dei corpi delle donne come veri e propri campi di battaglia nei contesti di guerra, dove la violenza di genere è un mezzo di dominio e oppressione. 

A sottolinearlo sono i dati del report 2024 di UN Women. Un quadro angosciante di violazioni che anno dopo anno raggiungono livelli mai visti. Nel 2023, le vittime di genere femminile hanno raggiunto il 40% delle morti totali nei conflitti, raddoppiando i decessi rispetto all’anno precedente.

In un mondo in cui le guerre sono ancora prevalentemente – ma non esclusivamente! – combattute da uomini, questo dato fa riflettere anche su quanto la società civile sia sempre più esposta alle brutalità.  

Nei contesti di guerra, la violenza sessuale è da sempre perpetuata come strumento strategico di umiliazione e terrore e i conflitti contemporanei globali non sono da meno. 

In paesi come Sudan e Repubblica democratica del Congo, nel 2023 è stato registrato un aumento del 50% dei casi di violenza sessuale rispetto all’anno precedente, con episodi di abusi di massa contro donne e ragazze...

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