Morti, violenze e contestazioni in Venezuela dopo il voto

Stampa

Foto: Unsplash.com

di Maurizio Sacchi

Sarebbero almeno 20 le vittime degli scontri in Venezuela, dopo la contestata dichiarazione di vittoria di Nicolás Maduro, a cui sono seguite manifestazioni di protesta dei sostenitori di Edmundo Gonzalez Urrutia, che dichiarano una vittoria schiacciante del keader dell’opposizione. Le manifestazioni vanno avanti anche se la tensione è calata rispetto ai primi giorni dal voto.

La Corte suprema di Giustizia del Venezuela ha convocato per venerdì 2 agosto i dieci candidati presidenziali:  incontro diretto tra Maduro  e González Urrutia, candidato della coalizione dell’opposizione Plataforma unitaria democratica (Pud).  La Pud contesta la proclamazione di Maduro a Presidente e ha creato una pagina web con i documenti elettorali che proverebbero la vittoria di Urrutia. La principale leader dell’opposizione, María Corina Machado, ha invitato in un video alla mobilitazione in tutte le città del Venezuela. Gonzalez e Machado hanno anche annunciato di aver avuto accesso a più dell’80% dei fogli di conteggio delle quasi 30mila macchine elettorali utilizzate per le elezioni  Secondo loro, Gonzalez sarebbe  il vincitore, con il 67% dei voti rispetto al 30% di Maduro.

Particolarmente interessante la reazione di quattro presidenti di sinistra latino-americani. Lula, del Brasile, Lopez Obrador del Messico, Petro della Colombia, e Boric del Cile, dopo una serie di contatti telefonici, stanno concordando una posizione comune per uscire dalla crisi. E’ un passo significativo, il primo che formalizza un asse comune fra i Paesi più importanti dell’area per demografia ed economia. La dichiarazione congiunta esorta le autorità elettorali a “procedere rapidamente e a rendere pubblici i dati suddivisi per seggio elettorale” e chiede “una verifica imparziale dei risultati” che rispetti la sovranità popolare alle urne. Si tatta di una dichiarazione cauta e espressa nel linguaggio prudente della diplomazia, che esorta entrambe le parti a a moderare il linguaggio e ad evitare incitamenti alla violenza. Ma é significativa se si considera che si tratta degli stessi Paesi che avevano riallacciato le relazioni con Caracas dopo il cambio di governo che ha portato al potere quattro rappresentanti della sinistra...

Segue su Atlanteguerre.it

Ultime notizie

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Dossier/ Materie prime critiche (3)

14 Settembre 2025
La transizione energetica richiede un aumento vertiginoso della disponibilità di minerali critici come litio e rame. (Rita Cantalino)

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Eternit e panini kebab

10 Settembre 2025
Un pellegrinaggio sui campi da rugby italiani, con lo scopo di condividere e raccontare le capacità riabilitative, propedeutiche e inclusive della palla ovale. (Matthias Canapini)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad