Mondo: pressioni per le olimpiadi di Atene pulite

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Le Olimpiadi di Atene che inizieranno il prossimo 13 agosto hanno gia fatto registrare un triste primato con undici persone morte in incidenti sul lavoro nei cantieri dei giochi olimpici. Per l'Ong Mani Tese a render ancora più odiosa la notizia è il fatto che molti degli impianti sportivi e degli edifici pensati per i giochi resteranno inutilizzati dopo le due settimane di gare. Secondo alcuni studi fatti dal Comitato Nolimpiadi! i bilanci delle passate edizioni olimpiche quali Sydney, Barcellona, Albertiville e Lillehammer sono tutti marcatamente in rosso, non è seguito nessun rilancio economico per le comunità locali e gli impianti sportivi sono stati abbandonati dopo aver causato ingenti danni ambientali. I grandi eventi sportivi sono al centro di interessi economici delle elite private e di grandi imprese che vanno dalla speculazione edilizia, ai diritti televisivi, alle forniture di beni e servizi a pubblicità e sponsorizzazioni. A fronte di questo, dal 2001 al 2004 il Comitato Olimpico internazionale ha ricavato oltre un miliardo di dollari dai contratti di licenza e commercializzazione.E proprio l'industria delle calzature e dell'abbigliamento sportivo è il partner commerciale privilegiato dei giochi olimpici. Adidas è il fornitore ufficiale delle divise per le olimpiadi di Atene, mentre Mizuno veste il personale del Comitato Olimpico Internazionale e del Comitato Organizzativo di Atene 2004.

Un cartello di organizzazioni tra cui Clean Clothes Campaign, Oxfam e il sindacato internazionale rappresentato dalle Global Unions sta promuovendo la campagna "Play Fair at the Olympics" che si promette di chiedere più responsabilità nella scelta degli sponsor olimpici, in particolare verso i cosidetti "B-brands" come Asics, Fila, Kappa, Lotto, Mizuno, Puma e Umbro. Queste imprese non sono note come i grandi marchi Nike, Adidas e Reebok ma stanno crescendo anche grazie alle forti sollecitazioni che fanno verso i fornitori per produrre in tempi e a costi sempre minori, con l'obiettivo di battere la concorrenza e con l'effetto di un peggioramento continuo delle condizioni di lavoro. Il rapporto della campagna (scaricabile in italiano in .pdf) è frutto di un indagine condotta in sei paesi con interviste a 186 operai, a dirigenti e a proprietari di fabbrica e di marchio, mette in evidenza anche le difficoltà dei partner commerciali dei grandi marchi. Fornitori di t-shirt dell'Honduras denunciano un calo del 23% nell'arco di tre anni del prezzo pagato dalla imprese acquirenti. Il proprietario di una fabbrica dello Sri Lanka, che produce per Nike, ha calcolato che,mentre i costi di produzione sono aumentati di circa il 20% negli ultimi cinque anni, il prezzo unitario pagato da Nike è diminuito del 35% negli ultimi 18 mesi.

A sostegno della campagna il Centro Nuovo Modello di Sviluppo ha messo a disposizione un sito in italiano in cui oltre a poter scaricare il volantino e il logo da poter inserire in altri siti web e possibile fare un'azione di stimolo alle aziende del settore dell'abbigliamento sportivo e ai Comitati Olimpici. Alle aziende si chiede di far rispettare le Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e di pubblicare un rapporto sociale che, tra l'altro, segnali in quali paesi sono ottenuti i prodotti venduti col loro marchio. Al Comitato Olimpico internazionale (CIO) e ai Comitati olimpici nazionali si chiede di inserire il rispetto dei diritti dei lavoratori tanto nella carta olimpica quanto nei contratti commerciali e di licenza, nonché la disponibilità a partecipare a una commissione di vigilanza insieme alle organizzazioni sindacali e non governative. Sebbene il CIO si sia dimostrato finora sordo alle richieste della campagna, alcuni risultati sono gia stati ottenuti. Il 22 aprile il parlamento europeo ha emanato una risoluzione urgente a sostengo delle richieste della campagna, mentre l'Organizzazione internazionale del lavoro ha convocanto il 25 maggio una riunione consultiva fra tutte le parti, compresa la Federazione mondiale dei produttori di articoli sportivi (WFSGI) con lo scopo di dare inizio a un processo di dialogo sulla base di un programma di lavoro specifico per il settore sportivo studiato dai promotori della campagna tra cui il sottoscrivere un accordo quadro di settore valido a livello internazionale. Legata alla campagna ci sara' una caravona di ciclisti che partendo dall'Olanda porteranno una loro torcia olimpica ad Atene e si porteranno dietro la possibilita' di far parlare della CAmpagna nei luoghi dove approderanno. [AT]

Altre fonti: Comitato Nolimpiadi!, Rete Lilliput Milano, Campagna Gioca pulito alle Olimpiadi

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