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Mondo: Wolfowitz alla Bm, critiche e pressioni Ue
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Tutte a dir poco negative le reazioni della società civile internazionale in merito alle designazione di Paul Wolfowitz come possibile nuovo presidente della Banca mondiale. Wolfowitz, vice di Rumsfeld al Pentagono, è considerato l'architetto della guerra preventiva, ideologo del dominio statunitense nelle relazioni internazionali e primo promotore della guerra in Iraq al vertice dell'istituzione globale preposta allo sviluppo dei paesi più poveri. La società civile globale denuncia come inaccettabile la proposta Americana, che si muove nel solco di una obsoleta tradizione non scritta in vigore sin dal 1944, che vede la presidenza della Banca appannaggio degli Stati Uniti e la direzione del FMI agli Europei. La designazione di Wolfowitz da parte del Presidente Bush rappresenta addirittura un passo indietro rispetto all'accordo informale che si era raggiunto nel 2001 all'interno delle istituzioni sulle modalità di scelta delle due cariche principali delle istituzioni di Bretton Woods ed anche rispetto alla nomina di Rodrigo Rato al vertice del Fondo avvenuta lo scorso anno, allorché almeno erano stati proposti due candidati europei.
Sotto shock si è detta International Rivers Network (IRN), storica organizzazione statunitense che da anni si batte contro la costruzione delle grandi dighe, spesso finanziate proprio dalla Banca mondiale. "Come si fa ad affidare un incarico così importante ad uno che non ha mai avuto un minimo interesse per la tutela dei diritti umani e dell'ambiente e per la riduzione della povertà" si sono chiesti con preoccupazione ad IRN. Bretton Woods Project ed altri gruppi inglesi chiedono con fermezza al governo britannico di osteggiare la candidature di Wolfowitz. Friends of the Earth International ha definito la scelta di Wolfowitz "terribile", specialmente perché presa in un momento in cui serve più multilareralismo, mentre invece per un ruolo così delicato si pensa ad un campione dell'ottuso unilateralismo USA. Simili anche le posizioni di Greenpeace International e di Oxfam, con uso di termini forti come "disastro" o l'invito ad un processo di selezione realmente affidabile e nell'interesse del bene comune.
La Campagna per la riforma della Banca mondiale invita tutti i gruppi e le organizzazioni italiane alla mobilitazione a fermare la nomina definitiva, prevista entro la metà di aprile. "E' giunta l'ora cruciale per l'Europa", ha dichiarato Antonio Tricarico, coordinatore della Campagna per la riforma della Banca mondiale. "Nel 2000 il veto americano bloccò la nomina del tedesco Koch-Weiser al vertice del FMI. Oggi se l'Europa vota compatta può disporre formalmente del diritto di veto su Wolfowitz. Non ci sono più scuse per i timorosi governi europei. Ogni silenzio europeo sarebbe un assenso esplicito all'asservimento dell'aiuto multilaterale allo sviluppo agli interessi americani e l'Europa si renderebbe parimenti responsabile con la Casa Bianca della catastrofe dell'intero sistema multilaterale" ha continuato Tricarico.
Per la verità anche dal fronte politico europeo non sono mancate le prese di posizione improntate sullo scetticismo. Il Ministro tedesco dello Sviluppo, Heidemarie Wieczorek-Zeul, ha infatti affermato che su Wolfowitz "in Europa non c'è tanto entusiasmo", mentre Michel Barnier, Ministro degli Esteri di Parigi, ha definito quella di Wolfowitz "una proposta, che andrà esaminata anche alla luce di altri possibili candidati". "Chiediamo che il governo italiano riferisca subito in Parlamento sulla questione e renda pubblica la sua posizione al riguardo. Il sostegno a Wolfowitz significherebbe reputare le istituzioni multilaterali chiaramente delegittimate ed asservite agli interessi geopolitici di un solo paese". Intanto le associazioni europee si sono mobilitate per chiedere ai governi europei di bloccare la ratifica di questa nomina da parte dell'Executive board della Banca Mondiale. Per la protesta è stata allestito un sito in cui si può mandare una lettera di disapprovazione. [AT]