Modello partecipativo aziendale, l'esperienza di Whirpool

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Dalla forza dei lavoratori organizzati è dipeso il grado di successo nella contrattazione, dalla loro forza politica è dipesa la possibilità di contrattare liberamente e di ottenere dallo stato servizi utili alla vita sociale nei campi della salute, della famiglia, della scuola, della cultura.

In questa dialettica, nel tempo e nello spazio, si sono viste e si vedono infinite soluzioni, più o meno favorevoli all'una o all'altra parte.

A parte la necessità di riservare al pubblico settori e servizi generali troppo grandi e poco redditivi per privati, la soluzione liberalsocialista e nonviolenta di conduzione congiunta dell'impresa è stata molto poco praticata, per la diffidenza ovvia della proprietà ma anche per l'ostilità, meno ovvia, dei lavoratori, dovuta a molte ragioni, sulle quali saremmo lieti di riflettere, anche con il contributo dei nostri lettori.

Segnaliamo perciò positivamente una delle esperienze attuate in Italia, prendendola da un servizio di Roberto Morelli in "CorrierEconomia" del 16 giugno 2003.

"⅀Strada lunga e faticosa, quella della partecipazione, ma di sicuro successo.

Ne sanno qualcosa alla Whirpool, leader mondiale nella produzione di grandi elettrodomestici, che ha a Comerio presso Varese il quartier generale per l'Europa (con 6.000 addetti in Italia, 1,3 miliardi di euro di fatturato e 25 milioni di utile operativo nel 2002).

Il gruppo ha inaugurato sette anni fa un modello partecipativo su un caposaldo: il contratto aziendale di gain sharing, che prevede un premio annuo calcolato d'intesa con i sindacati, partendo da una base di 1.300 euro, per tutti i dipendenti senza distinzioni, a seconda della produttività e qualità conseguite.

"Abbiamo voluto un nuovo approccio culturale - spiega Claudio Baggiani, amministratore delegato di Whirpool Italia -.

Discutiamo costantemente di tutto con i dipendenti a ogni livello: qualità, produttività e costi.

Rendiamo noto l'utile operativo di ogni area e verifichiamo i parametri ogni trimestre con i sindacati.

Il risultato è che remiamo tutti nella stessa direzione, perché ognuno viene coinvolto personalmente nel buon andamento dell'azienda.

E' stato un processo lungo e faticoso, ma ne valeva la pena: ha portato a una svolta nei rapporti interni"⅀"

Fonte: Centro di Orientamento Sociale

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