Mobilità: cresce l'uso di bicicletta e car sharing

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In Italia sta crescendo il movimento delle Critical Mass, gruppi di ciclisti che girano per la città seguendo un itinerario casuale con l'obiettivo di occupare la strada a velocità ridotta. Secondo la ricerca di Altreconomia sono 43 le città italiane dove si tiene con regolarità una
Critical Mass e la prima italiana è stata a Milano, nel febbraio del 2002. La Critical Mass nasce nel 1992 a San Francisco e prende il nome da un vecchio studio sulla mobilità ciclistica in Cina, secondo il quale, in assenza di precedenze chiare, le biciclette hanno il diritto di passare ad un incrocio se il loro numero supera una certa "massa critica". Di fatto la bicicletta è il mezzo più veloce nei percorsi entro i 7 chilometri, che poi sono il 90% degli spostamenti urbani. Dal 28 al 30 maggio si terrà a Roma la I° Critical mass nazionale, una manifestazione in bicicletta al motto "non bloccheremo il traffico, noi siamo il traffico".

Ma a questo rinnovato interesse non corrispondono sempre adeguate scelte politiche come piste ciclabili o moderazione del traffico urbano. Ciononostante, per scelta o necessità, l'utilizzo della bicicletta aumenta. Secondo l'Ancma (l'associazione di categoria che raggruppa anche i produttori di biciclette), nel Paese ci sono 2,2 abitanti per ogni bicicletta. Ma quanti di questi la utilizzino come principale mezzo di trasporto per gli spostamenti quotidiani è un'altra cosa. A Ferrara, la capitale italiana della bicicletta, si nota che le griglie dei tombini di scolo sono più ondulate per non ci si infilino le ruote delle bici. Nel capoluogo padano la mobilità ciclistica raggiunge e supera il 30%: su 130 mila abitanti l'89,5% ne possiede una. Piste ciclabili, misure di moderazione del traffico, segnaletica apposita, parcheggi ad hoc, bici di cortesia, bici card e bici bus: per dar conto di tutto, l'unica cosa è andare a vedere. Secondo l'Ancma (Associazione nazionale ciclo, motociclo, accessori) oggi si vendono meno bici (siamo a 2 milioni e 500 mila bici circa, contro le punte di 5,8 milioni del 1994) e molte di queste diventano "b.i.c - biciclette in cantina" che si comprano perché costano poco, ma non le si usa quasi mai. In questi anni sta aumentando l'importazione in particolare da Cina, Vietnam, Taiwan che è il più grande produttore mondiale. Ma la scritta "made in Italy" non vuol dire che le biciclette siano prodotte in Italia ma anche solo assemblate; questo è permesso da un regolamento europeo che stabilisce infatti che si possono utilizzare materiali di origine extra Ue fino al 40% del prezzo di fabbrica.

In Italia si sta diffondendo lentamente l'uso dell'auto "condivisa" o "car sharing". Il car sharing è un servizio di mobilità alternativo, complementare al trasporto pubblico locale, che consente agli utenti di condividere una flotta di automobili di diversa tipologia. Nato in Svizzera alla fine degli anni '80 si è diffuso capillarmente negli anni '90 in tutta Europa e in Nord America. In Italia sono 120 le auto in attività nelle sette città italiane con un totale abbonati che supera di poco i duemila utenti, di cui 450 quelli milanesi associati al servizio alternativo di Legambiente, l'unico in pareggio di bilancio nonostante non riceva finanziamenti ministeriali. Tempo di bilanci per questo primo anno e mezzo di car sharing, illustrati durante il 1° Forum dell'Ics (Iniziativa Car Sharing) tenutosi a Roma il 27 aprile scorso: dal 2002, gli abbonamenti nelle 5 città della rete Ics sono 1.600 (tra privati, aziende ed alberghi), 93 le auto 'in condivisione' in strada, 59 i parcheggi di car sharing, un milione e mezzo i chilometri percorsi. [AT]

Altre fonti: Iniziativa Car Sharing, Eco dalle città, Comune di Ferrara.

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