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Miss Carcadè in Italia
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Florence Kamau è una giovane produttrice di carcadè, camomilla e citronella. E' arrivata dal Kenya per l'expò di Milano. Anzi; mi correggo, per un evento parallello alla grande convention di Milano che fu la settimana mondiale del commercio equo e solidale (World Fair Trade Week) che fu realizzata alla abbrica del Vapore come scrivemmo qualche articolo fa.
Florence, tutta cooperativa e casa, è una gran lavoratrice e fu la sua prima volta in Italia, in Europa e persino a Nairobi in Kenya da dove prese l'aereo. Quindi estranea ad un mondo che non vive di agricoltura. Abita, infatti, a Meru a nord del Monte Kenya; ai confini con il deserto. In particolare in una zona che un tempo era sabbia e roccia e che ora è fertile grazie ad un progetto d'irrigazione che rese/rende possibile e fiorente la produzione dei prodotti equi per il mercato europeo, asiatico e giapponese.
La Meru Herbs fu fondata da Botta, un ex missionario de la Consolata e dalle ACLI di Cuneo ed ora è diventata una delle realtà più interessanti del commercio equo e solidale. In Italia, tra i molti, v'è anche Ipsia. Se Cristo non s'è fermato ad Eboli, Florence non s'è fermata a Milano ma ha girato l'Italia; di bottega in bottega, scoprendo che fine fanno i suoi prodotti.
A Trento il ristorante Barycentro l'ha accolta il giorno 26 maggio per un incontro pubblico dal titolo un pò curioso “una camomilla per i terroristi”. Non troppo lontano da Meru, infatti, v'è l'Università di Garissa ove ad inizio aprile i terroristi estremisti islamici – Al-Shabaab – uccisero 150 tra studenti e professori. Il cugino di Florence che ivi studia ha scampato il pericolo. Ma alle domande dei giornalisti Florence preferiva non parlarne. Timidezza? Paura? Riservatezza? No. Semplicemente perché i terroristi invasati non sopportano infatti che le donne studino e tantomeno lavorino e si emancipino come sta accadendo a Meru ove operano più di 40 donne full – time e 50 stagionali raccogliendo fiori da 235 famiglie contadine. I loro prodotti vengono esportati in tutto il mondo grazie ai circuiti del commercio equo e solidale. Meru Herbs ha infatti vinto recentemente un premio FAO per la miglior trasformazione di prodotti agroalimentari e che ha ricevuto il paluso dell'assessore alal cooperazione internazionale della Provincia Autonoma Sara Ferrari. Un premio che è un ottimo biglietto da visita nell'anno dell'expò che ha per titolo “Nutrire il pianeta – energia per la vita”. Una pessima notizia per i barbuti tagliateste che vorrebbero relegare le donne al focolare.
PierAntonia Sterlini, presidente di Mandacarù, uno dei circuiti di commercio equo più importanti d'Italia, ha approffittato della presenza della microproduttrice per offrire a tutti i clienti che passavano nella nuova bottega a Trento un assaggio di Carcadè. Lo stesse fece Pingù con gelato alla vaniglia e crema di carcadè. Quest'ultimo è un fiore semplice che ha reso rigogliosa la provincia di Meru in Kenya.
I media trentini e nazionali non hanno parlato della presenza della microproduttrice e di altri microproduttori. Non fanno notizia. Poi sono per lo più giovani donne che sono l'esatto opposto dei guru di terza età che hanno calpestato i parquet del Festival dell'economia. Non sono nemmeno presenti alla Babele dell'expò dei popoli ove vi sono contadini da ogni dove e di ogni lingua.
Eppure la semplice contadina che riesce a coordinare il lavoro di centinaia di famiglie in zone semidesertiche creando sviluppo locale ed alcuna emigrazione verso il Maghreb o l'Europa dovrebbe interessarci. O no?
Fabio Pipinato

Sono un fisioterapista laureato in scienze politiche. Ho cooperato in Rwanda e Kenya. Sono stato parte della segreteria organizzativa dell'Unip di Rovereto. Come primo direttore di Unimondo ho seguito la comunicazione della campagna Sdebitarsi e coniato il marchio “World Social Forum”. Già presidente di Mandacarù, di Ipsia del trentino (Istituto Pace Sviluppo Innovazione Acli) e CTA Trentino (Centro Turistico Acli) sono l'attuale presidente di AcliViaggi. Curo relazioni e piante.