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Migranti: Lampedusa scoppia ma stop Ue alle espulsioni
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Con l'arrivo del bel tempo è ripreso lo sbarco di migranti sulle coste siciliane. E il centro di prima accoglienza di Lampedusa rischia il collasso. Oltre mille extracomunitari giunti nell' isola delle Pelagie in nove sbarchi consecutivi nelle ultime 24 ore sono stipati in una struttura nata per ospitare un massimo di 190 persone. Una situazione esplosiva che non potrà risolversi con il rimpatrio in Libia degli immigrati. Uno stop è arrivato da una decisione della III sezione della Corte Europea dei diritti dell' uomo, che ha sospeso l' espulsione verso il Paese africano di undici immigrati giunti a marzo in Sicilia. L'orientamento è stato reso noto da un gruppo di senatori dell' Unione in una conferenza stampa organizzata a Palazzo Madama. Il tribunale ha accolto un ricorso urgente presentato il primo aprile da un team di avvocati, guidati da Anton Giulio Lana, a nome di 79 immigrati.
Per la redazione di Meltingpot "questa emergenza è del tutto funzionale alla promozione di accordi segreti con la Libia sui rimpatri, all'ampliamento dei centri di detenzione in Sicilia ed in tutto il sud Italia. Il vero nodo è che la legge sull'immigrazione Bossi Fini produce clandestini, irregolari e aumenta il lavoro nero. Fino a quando non ci sarà una politica diversa sull'immigrazione, gli sbarchi continueranno ad essere definiti un emergenza e l'arrivo di alcune centinaia di persone sarà sempre considerata una invasione". Per approfondire meglio la vicenda Meltingpot ha intervistato Andrea Accardi, di Medici senza frontiere e la senatrice Chiara Acciarini (Ds).
Nell'aula del Senato ieri è stato presentato da Francesco Martone (Prc) un interpellanza urgente "con la quale si diffida a dare seguito a rimpatri forzati da Lampedusa, equiparabili a deportazioni di massa cui ci troviamo a dover assistere impotenti come nell' ottobre 2004 e marzo 2005". "Alla luce della situazione drammatica, descritta pochi giorni orsono dalla commissione recatasi in Libia a seguito della direttiva della Corte Europea sui rimpatri forzati da Lampedusa, appare evidente il destino cruento dei rimpatriati.
L'espulsione coatta verso quello che non è neanche il proprio paese d'origine - conclude Martone - significa condannare definitivamente persone che nella migliore delle ipotesi vengono lasciate in luoghi di detenzione, che operano al di fuori di ogni normativa internazionale, lontani da tutto e da tutti. Questo è il prezzo che i migranti pagano per i rinnovati ottimi rapporti diplomatici tra Italia e Libia, tra Berlusconi e Gheddafi. Più scambi commerciali a patto che del "lavoro sporco", legato alla gestione-repressione dei flussi migratori, se ne occupi la Libia".
Forte della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha decretato la sospensione dell'espulsione di undici migranti rinchiusi da marzo nel Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa bocciando di fatto l'accordo italo-libico, mettendone in discussione la legittimità. "Un risultato importante che il Governo non potrà ignorare, poiché le decisioni della Corte Europea sono vincolanti per i paesi membri dell'Ue".
E mentre l'Arci annuncia assistenza legale gratuita per gli immigrati sbarcati a Lampedusa , Amnesty International scrive al ministro dell'interno, Giuseppe Pisanu, chiedendo che vengano rispettati i diritti umani degli stranieri arrivati via mare negli ultimi giorni nell' isola delle Pelagie. In particolare, l'associazione ha ricordato gli obblighi internazionali dell'Italia per quanto riguarda le procedure di identificazione e di asilo, sottolineando come in precedenti occasioni.
Altre fonti: Stranieri in Italia