Mercenari in zone di guerra: stop al regolamento ONU

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Si è conclusa con un evidente conflitto tra ONG e governi la seconda sessione del gruppo di lavoro intergovernativo sulla Convenzione per regolamentare le Compagnie Militari e di Sicurezza Private (PMSCs), che si è tenuta dal 13 al 17 agosto a Ginevra, presso il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Per l’Italia era presente una delegazione della Rete Italiana per il Disarmo, guidata da Un ponte per... e Mani Tese Ong/Onlus, al fianco dei partner internazionali dell’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative.

Gli interventi dei nostri rappresentanti hanno evidenziato la gravità della violazioni dei diritti umani ad opera di contractors internazionali in Iraq, denunciando la loro partecipazione, al fianco delle truppe regolari, a bombardamenti aerei indiscriminati, omicidio e stupro di civili, in Medio Oriente come in Africa.

Nella maggior parte dei casi, mandanti ed esecutori dei crimini restano impuniti, a causa della lunghezza e del costo dei processi, così come dell’indisponibilità degli Stati ad assistere legalmente le vittime e dell’assoluta inefficacia dei meccanismi di ricorso non giudiziari, come quelli stabiliti dalle linee guida OCSE sulle imprese multinazionali.

D’altra parte, i referenti del governo americano e inglese sono stati molto netti nel rifiutare l’ipotesi di una convenzione vincolante per regolamentare l’attività dei mercenari, e l’intera Unione Europea si è allineata a questa posizione.

Referenti di vari paesi membri dell’UE hanno dichiarato di non potersi schierare a favore di una Convenzione finché non vi sarà consenso tra tutti i paesi occidentali.

Da parte loro, Cina, Russia, Egitto, Sud Africa e Venezuela hanno invece sottolineato la necessità di approvare una forte regolamentazione varata dall’ONU, dal momento che queste agenzie operano a livello transnazionale.

Emerge quindi la sempre crescente tendenza degli Stati a privatizzare la guerra e la difesa nazionale, esternalizzando le proprie attività militari ad agenzie che rispondono a logiche di interesse privato. L’ex presidente del gruppo di lavoro per la Convenzione, José L. Gómez del Prado, li ha definiti “i nuovi pirati”, in un articolo di denuncia pubblicato poco prima dell’inizio della sessione di Ginevra.

L’intervento delle ONG, unite nella nuova Coalizione Internazionale per il controllo delle PMSCs, ha aiutato i tecnici che compongono il gruppo di lavoro a ottenere una proroga di due anni per le attività del gruppo, a cui si aggiungeranno ora referenti istituzionali.

Si auspica quindi che la prossima bozza di convenzione, redatta con la partecipazione attiva dei diplomatici, possa essere presa in esame dalle istituzioni.

Il rapporto ufficiale del gruppo di lavoro, che verrà reso pubblico il 30 agosto sul sito ufficiale del Consiglio dei Diritti Umani, si chiude con la raccomandazione di approfondire gli aspetti legati ai diritti umani e alla denuncia delle violazioni, e quella di esaminare l’avanzamento delle legislazioni nazionali per la registrazione, licenza e appalto di PMSCs.

Le ONG irachene ne discuteranno con i partner internazionali nella prossima Conferenza dell’Iraqi Civil Society Solidarity Initiative, in programma a Bassora il prossimo ottobre.

In Italia, la Rete Disarmo lavorerà affinché le nostre istituzioni si attengano agli standard di regolamentazione non vincolanti che già raccolgono consenso internazionale, come quelli sanciti dal Documento di Montreux.

Fonte: disarmo.org

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