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Maremoto: l'impegno di Caritas due mesi dopo
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Da subito e a lungo accanto alle Chiese locali e alle popolazioni colpite. Così Caritas Italiana continua a rispondere al catastrofico maremoto che due mesi fa ha sconvolto l'Oceano Indiano. Una presenza che ha visto tre operatori in prima linea - nel Tamil Nadu, nello Sri Lanka e in Thailandia - e che prevede interventi in India, Indonesia, Sri Lanka, Thailandia, oltre che negli altri paesi colpiti. In coordinamento con la rete internazionale, con priorità per le fasce più deboli e i villaggi meno raggiunti dagli aiuti. E in sinergia con le Caritas diocesane che hanno confermato linee e priorità, rafforzando nell'immediato l'impegno in Sri Lanka e India, al più presto in Indonesia - dove è stata effettuata una prima missione di valutazione - e Thailandia, e a medio termine anche in Myanmar; Malesia e Maldive.
L'EMERGENZA
La rete Caritas ha inviato immediatamente due team di esperti con l'obiettivo di distribuire gli aiuti d'urgenza, effettuare un'analisi approfondita dei bisogni; elaborare programmi e progetti specifici; riferire costantemente alla rete Caritas. Caritas Italiana ha messo a disposizione 3,4 milioni di euro, suddivisi tra India, Sri Lanka, Indonesia e Thailandia.
IN INDIA la Caritas ha mobilitato migliaia di volontari locali, raggiungendo 225.000 persone con aiuti immediati. Una presenza concentrata al Sud - nelle zone di Tamil Nadu-Pondicherry, Andhra Pradesh, Kerala, nell'arcipelago delle Isole Andaman e Nicobar. Caritas India negli stati del Tamil Nadu, Kerala e Andrha Pradesh ha allestito più di 100 campi di accoglienza, nei quali si sono riversate 125.000 persone. Nello stato di Tamil Nadu si sono mobilitate 6 Diocesi: Chennai con 20 campi per circa 20.000 persone, 18 medici e 20 assistenti; Chengalpattu, con 7 campi per 10.000 persone, 3 medici e diversi infermieri; Tutucorin, con 15 campi per 28.000 persone e una presenza di medici ed infermieri provenienti dagli ospedali governativi locali; Thanjavur con 3 centri sanitari e 3 centri di accoglienza in scuole e chiese per 10.000 persone, 8 medici e diversi infermieri; Kottar, con 37 centri, in 28 villaggi, per 20.000 persone; Pondichery, con 4 centri per più di 10.000 persone. In tutte queste strutture sono stati garantiti pasti caldi, acqua, soluzioni reidratanti, vestiti, tavolette per purificare l'acqua e in più assistenza medica per i feriti lievi. Inoltre è stato attivato un servizio di consulenza psicologica. Un team di operatori Caritas e numerosi volontari locali hanno raggiunto quotidianamente almeno 50.000 persone nelle aree più remote della costa, per fornire generi di prima necessità. Nello stato del Kerala gli interventi sono gestiti in collaborazione con il movimento dei lavoratori "Kerala Union Fishermen Federation" (Federazione dei Pescatori del Kerala) e diverse Ong locali.
Nello SRI LANKA la Caritas, grazie soprattutto ai 400 operatori a livello nazionale e diocesano, si è adoperata per una risposta immediata attraverso la rete delle Caritas diocesane, in tutta la zona costiera suddivisa in tre macro aree: Nord - Jaffna-Vanni, Est - Batticaloa-Trincomalee, Sud - Galle-Colombo. Circa un milione di sfollati, accolti nei diversi centri, di cui 315 ancora attivi, hanno avuto una prima assistenza per i bisogni immediatamente rilevati, come cibo, vestiario e soprattutto acqua potabile, ma anche le medicine e trattamenti per piccole ferite, così come cibo per bambini. Sono già stati allestiti e consegnati i primi 100 alloggi temporanei, sono stati distribuiti almeno 5.000 kit completi per altrettante famiglie.
In INDONESIA la catastrofe è stata di proporzioni immani, in una regione che già viveva una situazione di bisogno molto forte, dovuta anche al fatto che la regione di Aceh è centro di un movimento indipendentista nei confronti del governo di Giakarta. Ancora oggi molte strade sono interrotte. La rete Caritas lavora soprattutto in stretta collaborazione con la Diocesi di Medan e Sibolga e ha distribuito più di 500 tonnellate di cibo (riso, biscotti, pesce, olio) assistendo 40.000 sfollati interni, a Meulaboh e in tre villaggi in Nagan Raya. A fine gennaio sono stati distribuiti 100 kits per la costruzione dei rifugi temporanei per le famiglie del villaggio Meureubo, al sud di Meulaboh. A breve saranno identificate altre 100 famiglie, fino ad arrivare a 1.000. Dove possibile, è cominciato l'allestimento dei siti e la costruzione delle abitazioni permanenti, di cui 10 ultimate. Già 150 famiglie hanno ricevuto un sostegno per la riabilitazione delle loro attività produttive. Si lavora anche nei campi di accoglienza di Nagan Raya e Samatiga per ripristinare le infrastrutture igienico sanitarie.
In THAILANDIA la Diocesi più colpita dal maremoto è quella di Surat Thani, che copre le province del sud della Thailandia. Il governo ha risposto prontamente e anche la Chiesa si è mobilitata e, con il supporto della Conferenza Episcopale, è riuscita a fornire un aiuto immediato agli sfollati, sia nell'assistenza che nell'alloggio, nelle 39 parrocchie e altre strutture diocesane. I campi ancora attivi sono 8 e vi trovano assistenza 1.500 famiglie, molte di etnia Morgan, aborigeni locali. La presenza dei team Caritas ha reso possibile una registrazione sistematica degli sfollati.
LA RIABILITAZIONE E LA RICOSTRUZIONE
Piani di riabilitazione complessivi sono stati elaborati con il supporto degli esperti della rete Caritas, compresa Caritas Italiana. Prevedono il passaggio dalla fase di emergenza a quella di riabilitazione, con l'obiettivo di restituire una vita il più possibile normale. Vari gli ambiti, tra cui: distribuzione generi di prima necessità/conforto; costruzione di ripari temporanei per famiglie; costruzione/riabilitazione di case; acqua e infrastrutture idriche; sostegno ad attività generatrici di reddito; riabilitazione di infrastrutture; assistenza sanitaria e psicologica post-trauma; programmi di sostegno ai minori in condizioni di bisogno.
In INDIA, il programma di riabilitazione prevede una fase intermedia (gennaio-giugno 2005) e una di lungo periodo (fino a giugno 2007), con un impegno pari a circa 61 milioni di euro, a beneficio di altre 125.000 persone.
In SRI LANKA la Caritas ha avviato un piano di riabilitazione di lungo periodo (gennaio 2005-dicembre 2006), in favore di circa 38.000 famiglie, selezionate in base al criterio del bisogno, per una spesa complessiva di circa 124 milioni di euro. È quasi terminata la fase di registrazione dei beneficiari di alloggi permanenti mentre si allestiscono i primi siti dove risorgeranno le abitazioni. È stato inoltre fornito il materiale scolastico ai primi 6.475 alunni, è stata attivata una clinica mobile, con due team medici attivi, ed è partito il programma di assistenza psicologica ai sopravvissuti traumatizzati.
In INDONESIA il piano di intervento Caritas, per un totale di circa 16,5 milioni di euro, si concentra a nord di Sumatra, nella provincia di Aceh. Oltre alla fase di aiuti immediati, prevede una fase di ricostruzione e riabilitazione (fino a 18 mesi), e un piano di disaster management di lungo periodo (fino a 5 anni), con un impegno che si protrarrà fino a dicembre 2009, a vantaggio di oltre 800.000 beneficiari.
In THAILANDIA, dopo la fase di emergenza, è stato elaborato un programma di aiuto d'urgenza e riabilitazione ai sopravvissuti. Il programma comprende anche il sostegno psicologico ai soggetti più vulnerabili. Ne beneficeranno circa 3.000 persone, avrà la durata di un anno (fino al dicembre 2005), e un costo di circa 500 mila euro. La ricostruzione degli alloggi è gestita dal governo e l'opera di riabilitazione della Chiesa è incentrata su un'assistenza integrata alle comunità, con un supporto alle attività produttive, assistenza psicologica, animazione sociale.