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Mamme nel mondo: tra Nord e Sud / guerra e pace
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Il divario
Svizzera e Niger si trovano rispettivamente agli antipodi.
In Svizzera il parto è seguito da personale specializzato (nel Niger solo il 18%), il 78% delle donne utilizza una moderna contraccezione e solo il 3 bambini ogni 1000 muoiono entro il primo anno di vita; nel Niger il 5% delle donne utilizza moderni metodi contraccettivi, 159 bambini ogni 1000 muoiono entro il primo anno di vita e, inoltre, il rischio di morire a causa del parto per le donne del Niger è 1000 volte superiore rispetto a quelle svizzere.
Afghanistan in coda
Agli ultimi posti, in coda a 155 paesi, si trova l'Afghanistan. Qui ogni 1000 bambini 165 ne muoiono entro il primo anno di vita, il 92% dei parti non è assistito da personale qualificato, ogni 7 nascite una donna muore a causa del parto.
Il nuovo volto della guerra
Mamme e bambini sono le nuove vittime dei moderni conflitti.
Save the Children sottolinea come il recente rapporto metta in luce il drammatico fallimento della comunità internazionale nel proteggere mamme e bambini in situazioni di guerra.
Si stima, ad esempio che 250.000 donne sono state le vittime di violenze sessuali durante la guerra in Rwanda, solo nel 1992 20.000 donne e ragazze tra i 7 e i 65 anni sono state violentate durante il conflitto nell'ex -Yugoslavia.
Dal 1990 al 200 le ragazze sotto i 18 anni hanno partecipato ai conflitti in almeno 39 paesi: nel 69% dei casi sono stati documentati rapimenti e violenze fisiche per costringere le giovani all'arruolamento.
Mamme costruttrici di pace
Il ruolo della donna e della madre nella costruzione e nel mantenimento della pace sta risultando fondamentale non solo in virtù della forza numerica (si stima che il 70% della popolazione sopravissuta in Rwanda è costituita da donne), ma anche considerando le iniziative attuate.
Sono note le e proteste delle madri dei desaparecidos argentini e quelle delle madri delle vittime di Tiananmen. Jerusalem Link, una federazione di donne palestinesi e israeliane disegnò la piattaforma utilizzata per progettare la negoziazione in occasione del processo di pace di Oslo.
Fonte: Save the Children