Mafie, dalla prostituzione all'ambiente

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L'attuale dibattito politico e sociale sulla pratica della prostituzione sembra ruotare unicamente intorno al problema della sua visibilità. Per strada o nelle "case chiuse", in appositi parcheggi o in strutture quasi ambulatoriali. Il Gruppo Abele propone per mercoledi 27 un momento di riflessione sugli stereotipi della prostituzione, che l'immaginario cinematografico ha prodotto. Ma don Benzi grida ancora più forte che il vero obiettivo è liberare le schiave e dice: "Se lo Stato non interviene con urgenza è connivente con il racket". La prostituzione straniera rientra a pieno titolo negli affari di Cosa Nostra e le altre mafie che recentemente hanno fatto nascere discussione tra l'Ass. Libera di Don Luigi Ciotti, che è stata giudicata dal ministro dell⹀Istruzione, Letizia Moratti "non un ente di formazione". "Forse disturbiamo un po'con i nostri connotati di trasversalità", commenta sottovoce Ciotti. L'ass Libera nel 1995 ha raccolto un milione di firme con una petizione popolare intesa a riformare la legge 575 e a creare nuove norme per l'uso sociale dei beni confiscati alle mafie. Le lentezze burocratiche dello stato riducono in buona parte dei casi inabitabili le strutture che necessitano di manutenzione di affidatari. A Gela la popolazione, in collaborazione con gli Amici della Terra, ha manifestato affinchè il petrolchimico funzioni senza inquinare, rispettando i limiti di legge. Il club degli Amici della Terra nelle proprie denunce ha evidenziato la discordanza nel rilevare le emissioni inquinanti fra le centraline dell'Agip e quelle gestite dalla provincia di Gela e ha descritto i danni al suolo, alle falde e all'ambiente marino provocati dalle perdite dei serbatoi.
Pubblicato il: 25.02.2002
" Fonte: » Altremappe, Terre Libere, Gruppo Abele, Libera, Pianeta Press;
" Approfondimento: » Dal 1° al 31 dicembre 2001 a cura del Centro siciliano di documentazione G. Impastato, Rivista Sempre;

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