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Lotterie italiane: il grande business del cross selling dell’azzardo
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L'Italia è il più grande mercato europe del gioco d'azzardo - Immagine Morgan Stanley
Il cross selling è la pratica di proporre a chi già utilizza un prodotto o servizio l'acquisto di altri prodotti o servizi correlati (nel nostro caso altri tipi di gioco d'azzardo). Il nuovo bando per le lotteria favorisce questa modalità in un Paese, il nostro, che già è il più grande mercato europeo dell'azzardo (sulle pelle dei giocatori più fragili e più poveri).
L’importante banca d’affari statunitense Morgan Stanley, in una analisi finanziaria pubblicata a febbraio 2025, ha definito il settore del gioco d’azzardo pubblico italiano come il «mercato europeo più attrattivo».
E infatti è in gioco il bando pubblico per la concessione da parte dello Stato della gestione delle lotterie (come Lotto e SuperEnalotto) che in Italia viene organizzata dallo Stato. Il bando si è chiuso il 17 marzo (la decisione finale sull’assegnazione della concessione non è stata ancora resa pubblica). Spoiler: i veri vincitori saranno le società di scommesse. Come si legge in un dossier della Camera dei deputati, sulla carta lo Stato «controlla» i giochi – come Lotto, SuperEnalotto, scommesse azzardo -, per garantire «tutela dell’ordine e della sicurezza» e gli «interessi pubblici generali in tema di salute con quelli erariali sul regolare afflusso del prelievo tributario». Nella pratica invece non è proprio così. L’attuale concessione del Lotto scadrà il 29 novembre 2025 e il termine per la presentazione delle offerte per il nuovo bando è scaduto il 17 marzo 2025. I contendenti sono Igt (attualmente gestore delle lotterie) e Sisal (acquisita dalla multinazionale Flutter). La concessione avrà una durata di 9 anni e potrebbe generare ricavi per circa 4,3 miliardi di euro. I concessionari non sono italiani e il nostro mercato fa gola, perché lo Stato è complice della diffusione dell’azzardo. Nella legge di riordino del settore in discussione che tanto fa preoccupare chi lotta contro la piaga dell’azzardo, lo Stato promette di non aumentare la tassazione sui giochi.
Facciamo allora un passo alla volta, cominciando a tener sempre presente che:
- i miliardi di euro spesi ogni anno dagli italiani arricchiscono non solo alle aziende del settore, ma anche lo Stato che non vuole farne a meno. Secondo i dati più aggiornati infatti l’Erario ha ricavato nell’ultimo anno 11,4 miliardi di euro, mentre da solo il Lotto ha garantito poco meno di 890 milioni.
- l’80% di questi soldi viene direttamente dalle tasche di chi ha un problema con il gioco d’azzardo, ossia gioca in modo problematico oppure è già affetto da dipendenza.
- i costi sociali della dipendenza da azzardo non sono quantificabili, ma incidono in modo gravoso sul guadagno dell’Erario che quindi è un gatto che sin morde la coda.
Cosa ci dobbiamo aspettare dal nuovo assetto della lotterie
In vista della prossima legge di bilancio per il 2026, il bando pubblicato dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm) fissa la base d’asta a 1 miliardo di euro. Di questi, 800 milioni vanno pagati subito allo Stato già nel 2025. Il bando assegna poi una concessione per 9 anni e chi vince si aggiudica un montepremi da almeno 4,4 miliardi di euro. Se lo contendono le due ex aziende italiane: Sisal e Igt. Lo Stato ci guadagna, eppure non così tanto quanto potremmo pensare. La fetta più grande della torna andrà all’azienda vincitrice del bando. Infatti nelle casse dell’Erario andrà meno dell’8%, il resto andrà alle aziende che di fatto sono monopoliste del settore. Ma i guadagni non finiscono qui. Dobbiamo tenere conto del cross selling...