Lotta alla mafia: don Ciotti richiama 'segnali preoccupanti', Chiesa 'troppo neutrale'

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"La lotta alla mafia non è solo repressione del crimine organizzato. Non si può lottare senza politiche sociali, opportunità per le persone deboli, interventi economici mirati, diffusione dei diritti. Essere duri con la mafia significa costruire una società meno diseguale". Lo ha affermato don Luigi Ciotti inaugurando i lavori di "Contromafie 2009" la seconda edizione degli 'Stati Generali dell'Antimafia' convocati da Libera a Roma (23-25 ottobre).

Nel suo appassionato intervento il fondatore di Libera ha ribadito che "educazione, cultura, informazione sono da sempre i pilastri del nostro impegno contro l’individualismo insofferente delle regole, contro l’indifferenza al bene comune,e contro la crescita della corruzione e dell’illegalità". Ha quindi rivolto un appello a "tenere alti i valori e le regole della Costituzione che prima di essere difesa da chi vuole cambiarla e snaturarla deve essere vissuta". "Abbiamo bisogno di buone leggi e di buona politica" - ha detto don Ciotti invocando "coerenza fra comportamenti pubblici e comportamenti privati". "L'associazione Libera - ha sottolineato - non ha appartenenze di partito, ma fa politica: la fa con tutti quei cittadini che sentono la responsabilità della democrazia e si schierano dalla parte dei diritti".

Il fondatore di Libera ha quindi tracciato un primo bilancio nell'attività svolta negli ultimi tre anni: "L'azione della società civile si è diffusa, sono nate nuove cooperative per la gestione dei beni confiscati, il diritto di cronaca e la libertà di stampa hanno trovato qualche voce in più, è cresciuto il numero di scuole e università impegnate nel progetto di educazione alla legalità e le nostre iniziative vedono una partecipazione sempre più numerosa". Ma resta, avverte, "il rischio per una società ostile alle regole della legalità e sempre più povera di valori".

Al riguardo don Ciotti ha denunciato il riproporsi di "segnali preoccupanti da alcuni territori": "Sotto traccia c'è molto movimento" - ha sottolineato il sacerdote. Ricordando l'impegno delle persone delle chiese, di tutte le chiese che non si sottraggono all’impegno della lotta contro la mafie e dei "tanti credenti che si sporcano le mani" don Ciotti non ha mancato di sottolineare che da parte della Chiesa "oggi c’è ancora troppa neutralità, troppi eccessi di prudenza". "Dobbiamo ribadire con forza l’incompatibilità tra Vangelo e crimine organizzato. Va detto una volta per tutte che non esiste una mafia devota" - ha affermato.

Don Ciotti ha quindi chiesto - come passi concreti - che si giunga presto all'istituzione di un'Agenzia nazionale per i beni confiscati, ad un testo unico per la lotta alla mafia con un'organicità normativa ed un nuovo modello per la protezione dei testimoni di giustizia, l'inserimento del delitto contro l'ambiente nel codice penale, l'istituzione di un'autorità indipendente contro il riciclaggio del denaro sporco, il rafforzamento delle norme contro le infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni, l'uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi accanto a politiche sociali, per il lavoro e per i giovani e per la tutela dell'ambiente contro chi lo inquina e lo saccheggia. "Un nuovo 'Manifesto per un'Italia libera dalle mafie" - ha annunciato don Ciotti come impegno dei lavori di questi giorni.

Intervenendo al raduno di Libera, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha affermato che la seconda edizione di "Contromafie, gli Stati Generali dell'antimafia" costituisce "un'importante occasione per un costruttivo confronto tra molteplici soggetti che sono impegnati a contrastare il crimine organizzato con ruoli e competenze diverse, ma il cui comune progetto è quello di garantire la piena affermazione della legalità come parte integrante di una società più giusta e solidale".

"La criminalità organizzata - ha sottolineato Napolitano - ha trovato modo di crescere, di svilupparsi, di estendere la sua insidia e la sua penetrazione, però, nello stesso tempo, è molto cresciuto il movimento, la consapevolezza, l'azione dello Stato". "Se riusciremo a tenere insieme tutte queste diverse componenti - coscienza civile, mobilitazione, soprattutto dei giovani, partecipazione e azione delle forze dello Stato - questa battaglia contro il crimine organizzato noi la vinceremo. E voi siete parte importante di questa battaglia e sarete parte importante di questa vittoria" - ha concluso il Capo dello Stato rivolgendosi ai partecipanti. [GB]

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