Libia dei nuovi ‘saraceni’ e di prossima pirateria?

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Onu-Libia

‘Non ci sono dubbi che i gruppi terroristici come l’Isis giocano sulle divisioni politiche in Libia per rafforzare la propria presenza sul terreno’, denuncia l’inviato Onu in Libia, Bernardino León. ‘Ma il dialogo è tra libici, e l’Onu è solo facilitatore. La situazione in Libia si sta deteriorando rapidamente, il Paese non può più affrontare una crisi politica’. Sintesi, o un governo di unità nazionale o il caos. Eppure l’Unione africana, nel 2011 aveva ammonito: ‘Se farete cadere Gheddafi la Libia diventerà un’altra Somalia’. Pirateria e traffico di esseri umani anche per la Libia Stato fallito in mano a 200 milizie.

Il dopo Marò

Pirateria: prorogato l’uso di guardie giurate senza addestramento specifico a bordo dei mercantili su rotte pericolose. Ennesima storia all’italiana di incapacità a rispettare e far rispettare le proprie leggi troppo complicate. Quindi ancora guardie giurate anche se non hanno frequentato i corsi teorico-pratici. Purché abbiano partecipato per un periodo di almeno sei mesi, quali appartenenti alle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi’. Insomma, non più i Marò in servizio ma ex Marò o simili in congedo. Sospetto: se la pirateria in Somalia è praticamente scomparsa, cosa si teme?

Gommoni armati

Tre settimane fa scafisti armati di kalashnikov hanno imposto con le armi a una motovedetta della Guardia Costiera italiana di imbarcare gli immigrati clandestini lasciando loro il gommone con cui sono rientrati in Libia. E’ già pirateria. Le già citate predizioni dell’Unione Africana. Libia-Somalia un parallelo anche per la minaccia pirateria che rischia di tornare -memoria medioevale della storia- sulla sponda meridionale del Mediterraneo con l’affermarsi dello Stato Islamico che controlla porti o parte di coste e il consolidarsi dei trafficanti di esserti umani gestiti come merce e arma dai jihadisti.

Nuova bussola

Il rischio pirateria -rivela ‘La Nuova Bussola Quotidiana’- sembra sia stato analizzato e definito molto credibile da un rapporto dell’intelligence italiana citato dal britannico Daily Express. Ed ecco che nel Mediterraneo lo Stato Islamico, dalle sua postazioni sulla costa libica potrebbe attaccare e sequestrare yacht e mercantili per finanziarsi e colpire gli interessi dei ‘crociati’. Nel documento si rileva che l’IS ha preso il controllo di porti e imbarcazioni in Libia, ‘barche veloci che potrebbero attaccare pescherecci, navi da crociera piccoli mercantili e imbarcazioni delle guardie costiere’. Somalia. 

Peggio della Somalia

Secondo l’ammiraglio britannico Chris Parry, i temuti ‘nuovi pirati’ libici o jihadisti che possano essere, sono molto meglio armati dei loro ‘colleghi somali’. Hanno missili terra-aria, pericolosi per gli elicotteri, e armi che rendono più complessi gli interventi. E nel Mediterraneo transita il 15% dell’intero traffico marittimo globale: sarebbe quindi impossibile proteggere tutte le imbarcazioni in transito, difficile oltre che costosissimo disporre a tempo pieno di un numero di navi da guerra sufficiente a controllare e bloccare le coste libiche. Altro che i 5.000 soldati della ministra Pinotti!

Fonte: Remocontro.it

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