Liberare il software

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Il tema del software libero ha caratterizzato l'ultimo affollato workshop di Civitas. Un tema, quello dei "programmi liberi", fortemente legato alle questioni di brevetti e licenze, digital divide, monopolio del mercato informatico, diritto all'informazione, informatica nella pubblica amministrazione, educazione. "Finora nei luoghi di formazione come scuole ed università non c'è stata disponibilità ad accogliere il software libero" - ha esordito Paolo Manfredi del dipartimento di Scienze dell'educazione dell'Università di Padova - "un software che consentirebbe notevoli risparmi rispetto alle somme destinate dal Ministero della Pubblica Istruzione all'acquisto di programmi e licenze Microsoft". Nel corso del laboratorio è stato presentato un progetto di formazione realizzato in Kosovo da Ingegneria Senza Frontiere che utilizza il free software per la cooperazione allo sviluppo.
"E' bene sottolineare che comunque il software libero non è gratuito" dice Carlo Manfredi invitato a presentare Chirone, un programma di e-learning. I "programmi liberi" offrono un ambiente avanzato anche per la ricerca, ha sottolineato Andrea Bisognin di PLUTO Padova, primo gruppo di utenti GNU/Linux in Italia.
L'incontro si è concluso con la presentazione di GOLEM (Gruppo Operativo Linux Empoli) che sostiene la pratica del trashware, il riciclo di computer funzionanti che spesso vengono buttati perché considerati vecchi, mentre, in realtà, possono essere riutilizzati.
Fonte: World Social Agenda

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