Legge 185: il si delle Commissioni

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Il 27 maggio scorso le commissioni Difesa ed Esteri hanno dato parere favorevole alla ratifica dell'Accordo quadro per la ristrutturazione dell'industria europea della difesa approvato dalla Camera e modificato dal Senato e che comporta modifiche alla legge 185. Il mandato positivo al relatore h stato dato con un solo voto di differenza (16 a 15) sucitando cosl rammarico da parte delle associazioni che compongono il cartello "Io difendo la 185". Tonio Dell'Olio portavoce della Campagna sotiene che "sebbene qest'ultimo giro di boa al parlamento risulterà ininfluente sull'esito finale, sarebbe stata questa un'occasione importante sul piano politico per ribadire il manifestato dissenso alle modifiche della legge che ridurr` la trasparenza in una materia cosl delicata come il commercio delle armi". Spiace inoltre - contina Dell'Olio - che alcuni parlamanetari abbiano rimproverato la Campagna di non aver ricercato la loro attenzione".

Intanto la Campagna in difesa della 185 ha presentato un documento in vista del g8 di Evian.

FERMIAMO I MERCANTI DI ARMI

IN DIFESA DELLA 185

 

La "Campagna contro i mercanti di armi - in difesa della legge 185/90" è stata promossa, nel gennaio 2002, da più di 50 organizzazioni della società civile italiana (ONG nazionali ed internazionali, istituti di ricerca, associazioni laiche e cattoliche, sindacati, agenzie di informazione). Il lancio di quest'iniziativa ha preso spunto dalla proposta avanzata dal
Governo italiano di modificare la legge 185/90, che regola i trasferimenti di armi dall'Italia, attraverso un disegno di legge per la ratifica dall'Accordo quadro tra Francia, Germania, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito "per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa" siglato a Farnborough il 27 luglio 2000. Lo scopo dell'accordo è ''rendere l'industria per la difesa europea più competitiva nel mercato globale" attraverso semplificazioni delle procedure di
coproduzione, ma la campagna ha evidenziato il grave rischio che l'applicazione di tale disciplina e le relative modifiche alla legge 185/90 diminuiscano i controlli sulle esportazioni di armi con il rischio di trasferimenti a paesi in stato di conflitto o che violino i diritti dell'uomo.

La Campagna si è opposta al disegno di legge, che stravolge una delle legislazioni più avanzate a livello mondiale, per salvaguardare i controlli e la trasparenza di tutte le operazioni relative coproduzioni di materiale bellico con altri Paesi dell'unione Europea e della NATO, e per chiedere, anzi, l'applicazione ed il rafforzamento delle misure esistenti nella
legislazione italiana.

Sino ad oggi, la Campagna Italiana ha inviato al Parlamento italiano quasi 150,000 petizioni, organizzato numerose conferenze e azioni di mobilitazione su tutto il territorio, oltre un'ampia campagna informativa.

Tali iniziative hanno ottenuto importanti successi. In particolare, alcune delle richieste avanzate dalla "Campagna contro i mercanti di armi - In difesa della legge 185", dopo mesi di discussioni, sono state accolte dal Parlamento che ha approvato sei importanti emendamenti al disegno di legge
proposto dal governo, per ridurre l'impatto della modifica, in particolare per quanto riguarda la garanzia di trasparenza e di migliori standard di controllo. Non tutte le proposte della campagna sono state accolte dal Parlamento ma, grazie anche alla mobilitazione, c'è stato un forte dibattito pubblico che ha coinvolto sia esponenti politici, sia il Governo italiano. E
il disegno di legge e tutt'ora al secondo esame della Camera per l'approvazione definitiva.

L'obiettivo futuro della campagna è la costituzione in Italia di un network stabile sul controllo delle armi capace di operare un'azione di monitoraggio nazionale ed internazionale in materia di commercio e produzione di armi.

Inoltre, a gennaio la campagna italiana ha unito le sue forze con altre organizzazioni europee lanciando una Campagna per migliorare i controlli sul commercio di armi in Europa ("Controlliamo le vendite di armi per salvare
vite umane"). Lo scopo di quest'iniziativa è rafforzare e rendere vincolante il Codice di Condotta Europeo e chiedere l'introduzione di regole efficaci, a livello nazionale ed internazionale, sulle attività degli intermediatori di armi. In vista del semestre italiano di presidenza del Consiglio dell'UE,
la campagna ritiene improrogabile che si raggiungano questi risultati.

In occasione del vertice di Evian, le organizzazioni di tutto il mondo stanno rivolgendo agli otto Stati partecipanti un appello perché rispettino le promesse fatte in passato e regolino il mercato internazionale di armi che attualmente è assolutamente "fuori controllo". Ad esempio è provata la
responsabilità di questi Stati - che garantiscono il 75% delle esportazioni mondiali di armi - per esportazioni di armamenti, in violazione del diritto internazionale, a paesi in stato di conflitto o dove avvenivano gravi violazioni dei diritti dell'uomo.

Per un mondo più sicuro è urgente e fondamentale che si promuova l'adozione di uno strumento giuridico internazionale - il "Trattato sul commercio di armi" promosso dai Premi Nobel per la pace - che regoli le esportazioni secondo le norme fissate dal diritto internazionale e ispirate dal diritto umanitario e dalle convenzioni in tema di diritti dell'uomo. Uno strumento
indispensabile per impedire i trasferimenti di armi verso i paesi in stato di conflitto e in cui vi è il rischio che siano utilizzate per commettere crimini ed atrocità.

Le richieste al governo italiano in vista del G8 di Evian:

Occorre colmare le lacune dell'attuale legislazione sulle esportazioni delle armi:

* includendo anche le armi "leggere", le "armi civili", nel regime di controllo, bloccando quindi le esportazioni di tali armi verso nazioni che violano i diritti dell'uomo;

* introducendo una legislazione per regolare le attività degli
intermediatori di armi leggere e impedire il traffico illegale delle armi da parte di cittadini, residenti e aziende nel caso in cui le armi siano prodotte e trasferite al di fuori del territorio italiano;

* traducendo in legge il divieto di esportare armi in violazione di un embargo stabilito dalle Nazioni Unite per chiunque, sia per i residenti sia per chi effettua il commercio delle armi dall'Italia.

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