Le donne contro la guerra per un'altro 2 giugno

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Il 2 giugno è la festa della Repubblica, dunque della sua popolazione tutta, unificata dai valori fondativi della repubblica stessa, cioè il lavoro, (non il mercato), l'eguaglianza, lo sviluppo della persona, la promozione di essa per sè e in tutte le formazioni sociali in cui opera (non la competizione), il ripudio della guerra e non l'esaltazione militare.

La preghiamo con molta e forte insistenza di ridare al 2 giugno il suo valore di festa popolare ripristinando come centro della ricorrenza il ricevimento al Quirinale per tutte le espressioni di lavoro e di promozione sociale e di invitare tutte le città italiane a fare altrettanto in giardini e piazze. Le forze armate hanno una loro data e ricorrenza e a noi non pare nè piacevole nè corretto che invadano altre date e luoghi e valori.

Già il 25 aprile sta progressivamente perdendo il suo aspetto di festa della liberazione e della libertà e della gioia per la pace finalmente arrivata, per diventare una ricorrenza militare. Siamo preoccupate e anche indignate per un evidente scivolamento verso il militarismo in un momento nel quale la guerra e soprattutto questa guerra all'Iraq, ingiusta e senza legittimazione internazionale, coinvolge anche truppe del nostro paese.

Mentre l'opinione pubblica mondiale è sconvolta per il disvelamento delle torture e della sistematica violazione dei diritti umani in Iraq da parte della coalizione occupante, sentiamo come un dovere etico dissociare le responsabilita' dell'Italia da coloro che hanno condotto questa guerra con tutti i suoi orrori. In difesa del ripudio della guerra solennemente inscritto nella nostra Costituzione e per dare un segnale di pace e di solidarietà alle vittime, chiediamo che quest'anno il 2 giugno venga ufficialmente sospesa la parata militare sui Fori Imperiali.

Convenzione permanente delle donne contro la guerra

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