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Lav: zoo, cdm approva nuove regole per benessere animali
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Il Consiglio dei Ministri oggi ha approvato in via preliminare il Decreto legislativo del Ministero dell'Ambiente sulla custodia degli animali selvatici nei giardini zoologici, in base alla Direttiva europea 1999/22/CE. "Prima di affermare che gli zoo cambieranno look per assicurare un reale benessere agli animali che vi sono imprigionati, la LAV attende di leggere nel dettaglio il testo approvato oggi, con un grave ritardo di ben due anni, dal Consiglio dei Ministri", dichiara Giovanni Guadagna, responsabile nazionale LAV settore Zoo.
"La LAV rivolge un appello alle Commissioni Ambiente di Camera e Senato che, tempo 60 giorni, dovranno esprimere il loro parere sul Decreto prima che questo venga poi emanato dal Consiglio dei Ministri, affinché il provvedimento non sia una norma solo teorica che riprenda, cioè, semplicemente i principi generali della Direttiva europea 1999/22/CE - prosegue Giovanni Guadagna - Il nostro timore è che il provvedimento sugli zoo possa solo riprendere le linee generali di una Direttiva Europea che volutamente non specificava più di tanto sulle regole di mantenimento degli animali, lasciando tale compito agli Stati nazionali. L'unica eccezione, infatti, era costituita dall'enunciata esigenza di salvaguardare la Biodiversità. Purtroppo in Italia tale importante principio è stata utilizzato dagli zoo come alibi per continuare le loro attività commerciali. La LAV invece ritiene che per tutelare gli animali è necessario salvaguardare gli habitat naturali in cui ancora vivono".
"Il Decreto approvato non può non mettere al primo posto il benessere degli animali disponendo la chiusura di tutti gli zoo nazionali o avviando comunque una drastica riduzione che potrà avvenire solo se il recepimento italiano della Direttiva europea li vorrà accuratamente individuare, dalle strutture grandi fino a quelle più piccole - conclude Giovanni Guadagna - Le 56 strutture che il Ministero dell'Ambiente ha detto di avere individuato come oggetto di intervento del provvedimento, sono in realtà una minima parte dei serragli spesso autodefiniti con un ⠀eufemismo "Centri di salvaguardia delle specie in via di estinzione" o "Bioparco". Si rischia pertanto un avvio viziato da una sottovalutazione del fenomeno. Incredibile che la mappa degli zoo diffusa oggi proprio dal ministero dell'Ambiente consideri solo un acquario in Sardegna ed addirittura nessuno in Calabria dove da due anni vi è un lager per animali esotici, più volte finito nelle prime pagine dei giornali, costruito addirittura con soldi pubblici tra le cime innevate dell'Aspromonte. In Emilia Romagna inoltre, vengono censiti tre acquari/delfinari, mentre in realtà, oltre ai tre delfinari, vi sono due grossi acquari."
Con la scusa della biodiversità, infatti, si mantengono strutture commerciali dove gli animali servono ad attirare pubblico pagante chiamato poi a frequentare anche ristoranti, negozi e parchi gioco. In realtà su 5.926 specie animali detenute in 1.200 zoo del mondo, sono 138 quelle in pericolo di estinzione di cui solo un esiguo numero è presente in Italia. Pochi animali appartenenti ad appena 16 specie, sono tornati ⠀in tutto il mondo, in natura con costi che in alcuni casi si sono rivelati di molto superiori a quelli relativi alla tutela diretta delle popolazioni selvatiche. Gli animali costretti ad un'esistenza in gabbia e a tollerare la visita di migliaia di spettatori, in un ambiente a loro estraneo, presentano seri problemi comportamentali che possono comprometterne lo stato di salute: si tratta di una grave e spesso irrecuperabile forma di maltrattamento. E' scientificamente provato che molti animali, una volta introdotti in spazi più grandi, continuano ad eseguire gli stessi movimenti stereotipati. Numerosi animali, inoltre, sono considerati dalla legge italiana "pericolosi" e come tali non dovrebbero più essere detenuti dal primo gennaio 1997, ma sono almeno trenta le strutture italiane che hanno un'incredibile deroga fornita dal Ministero dell'Ambiente.