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Lav: protesta su allevamenti, a rischio vitelli in box liberi dal 2004
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Secondo la LAV c'è il pericolo che l'Italia, proprio nel semestre di presidenza dell'Unione Europea, violi un'altra direttiva europea sulla protezione degli animali negli allevamenti. Le pressioni di Assocarni e Uniceb chiedono di posticipare il passaggio dei vitelli "a carne bianca" all'allevamento libero in box multiplo. La LAV protesta: "la scadenza del 1 gennaio 2004 è improrogabile e lancia un'interrogazione urgente al ministro Sirchia.
Dopo il Decreto Legislativo 267 del luglio scorso con il quale si permette per le galline ovaiole l'installazione di nuove gabbie convenzionali fino al 2011, nonostante il divieto previsto dalla direttiva 1999/74, ora ad essere attaccato dalla parte più retriva ed irresponsabile del mondo dell'importazione e della produzione zootecnica è un Decreto Legislativo di ben undici anni fa, il n.533 del 1992. Questo Decreto Legislativo recependo la direttiva 91/629 aveva fissato il termine del prossimo 1° gennaio 2004 come quello inderogabile per passare dall'allevamento in box singolo alla catena, fortemente innaturale e oggetto di interventi farmacologici, all'allevamento libero in box multiplo per i vitelli cosiddetti "a carne bianca".
Assocarni ed Uniceb, associazioni di settore, hanno chiesto infatti al Ministero della Salute un'impraticabile proroga, in spregio anche a quegli allevatori che si sono conformati negli anni e nei mesi scorsi ad una previsione europea dettata con grandissimo anticipo. Così la LAV, ricordando che il termine del prossimo 1° gennaio poteva essere solo anticipato (cosa che l'Italia non ha fatto), e non posticipato, ha scritto al Sottosegretario alla Salute Cesare Cursi. Oggi, inoltre, le senatrici Verdi Loredana De Petris ed Anna Donati hanno presentato un'interrogazione urgente al Ministro Sirchia con la quale, richiamando una nota ufficiale del Direttore Generale della Sanità Pubblica Veterinaria Marabelli, il quale ha chiarito espressamente che "non sono ammissibili deroghe sulla base delle norme vigenti", chiedono un intervento ufficiale per evitare ulteriori maltrattamenti ai vitelli e distorsioni alla concorrenza.