La vita dopo il capitalismo

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"Perche' pensare alle alternative al capitalismo deve per forza venire ricondotto ai soviet?". Si cammina per Rue Lenine (Via Lenin) Ivry sur Seine per arrivare al seminario organizzato da Globalise Resistance nelle sale cinematografiche di una grande multinazionale dello spettacolo. La contraddizione deve essere ben presente alle migliaia di partecipanti alle plenarie e seminari che il 13 novembre hanno fatto entrare nel vivo i lavori del FSE nelle decine di sedi decentrate nei quattro comuni che ospitano il Forum.

Sicuramente e' al centro della riflessione di George Monbiot, il giornalista inglese piu' acuto nello scovare le contraddizioni del neoliberalismo, con le sue inchieste sul Guardian, su Internet e raccolte in "The Captive State" e "The age of Consent", accuratamente non tradotti in Italia, nonostante oltremanica susciti interesse maggiore di Naomi Klein. La sua riflessione ama mettere insieme l'analisi delle contraddizioni di chi detiene potere economico e politico, la critica ai monopoli nei media e la ricerca delle alternative, insomma, una sorta di pensiero trasversale ai temi del FSE.

"L'immaginazione pubblica e' stata compressa e schiacciata sul comunismo come unica alternativa al capitalismo, ma le alternative sono innumerevoli, anche se totalmente assenti dai media dominanti e solo da qualche anno timidamente presentate dai media alternativi. E' importante che il dibattito possa aprirsi e permettere scambi. Penso in particolare alle varie proposte in merito al sistema finanziario".

Segue una brillante esposizione su come salvare foreste e valori comunitari, in particolare prendendo seriamente le Community Currencies di cui parla Bernard Litaer, ma anche valorizzando lo spirito originale delle istituzioni finanziarie proposte da J.M. Keynes. "I paesi debitori devono pensare oggi allo straordinario potere che detengono nei confronti delle banche se solo riuscissero ad unire i propri sforzi: chi deve alle banche 2,2 trilioni di dollari puo' cambiare il sistema!".

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