La regina delle Scam City nella città del monarca rosso

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Foto: E. Giordana

di Emanuele Giordana da Sihanoukville

Sihanoukville – L’edifico campeggia in pieno centro città. È circondato da un alto muro con filo spinato e una porta d’ingresso con guardiani e telecamere. A prima vista sembra un palazzo come un altro anche se le misure di sicurezza all’esterno sono singolari. Ma a guardar bene, si nota che tutte le finestre sono sbarrate. La cosa sarebbe abbastanza comune se le sbarre servissero a non fare entrare gli intrusi e infatti un po’ di case a Sihanoukville, il porto della Cambogia dedicato a Sihanouk, lo storico “monarca rosso”, hanno sbarre alle finestre al primo e al secondo piano. Ma qui tutto è sbarrato sino al tetto e non per impedire l’ingresso ma… l’uscita. Benvenuti a Sihanoukville, regina fra le Scam City – le città della truffa – del Sudest asiatico. Dove un’orda di schiavi cybernetici agli ordini inflessibili della mafia cinese organizza ogni giorno un collaudato sistema di truffe online: dal gioco d’azzardo agli investimenti in cripto valute che hanno un unico obiettivo. Svuotare il conto corrente di chi ci casca.

Perché la mafia cinese abbia scelto Sihanoukville richiede un passo indietro. Recentemente, le autorità cambogiane hanno esaminato la bozza sulla seconda fase del piano per la creazione di una zona economica speciale multifunzionale nella città (Zes).  È un progetto del 2006 e che ha attraversato fasi diverse e mira a trasformare la città in un’importante zona economica del Sudest asiatico, con un’area industriale avanzata per le catene di produzione regionali e globali attraverso l’uso di tecnologia e attrezzature all’avanguardia. Una Shenzen cambogiana, che prende spunto dalla tecnologica città cinese per eccellenza che vi ha infatti contribuito con il suo l’Istituto di Pianificazione e Design Urbano. La Zes di Sihanoukville è la più grande della Cambogia e sviluppo e denaro fan gola a tutti, mafiosi compresi. Ma il piano subisce una forte battuta d’arresto nel 2020, quando Phnom Penh proibisce alle decine di Casinò sorti in città il gambling online, una pratica illecita ma non a Sihanoukville. La mossa a sorpresa fa collassare tutta l’economia illegale e parallela legata al gioco d’azzardo con tutto il suo corollario di prostituzione, traffici, violenze. Ma colpisce a morte lo stesso sviluppo urbano, il cui boom edilizio si era accompagnato alle licenze per un centinaio di Casinò. Il Covid fa il resto e l’economia della città crolla lasciando gli scheletri di interi palazzi in costruzione – sviluppatisi con l’idea che Sihanoukville sarebbe diventata anche il più grande Casinò del Sudest asiatico – abbandonati per il crollo dei week-end tour di migliaia di cinesi malati del tavolo verde. Che fino al 2020 avevano alimentato l’economia della città e promesso lucrosi investimenti edilizi. Uno sviluppo illegale a braccetto con quello pulito. Con i cinesi – e qualche furbetto cambogiano – a far da vittime e da carnefici. Entrambi bastonati...

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