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La partita di Lula e l'ex-BM boccia l'OCP
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Il prossimo 6 ottobre il popolo brasiliano eleggerà il nuovo Presidente della Repubblica. Per la quarta volta si candida Inacio Lula da Silva, ex sindacalista, oppositore alla dittatura militare, fondatore nel 1980 del Partito del Lavoratori PT che ha cambiato la storia delle classi lavoratrici nel paese più grande dell'America Latina. Lula è in testa ai sondaggi grazie al massiccio appoggio dei movimenti popolari, articolati nella Consulta Popular e nella Centrale dei movimenti. Il Brasile, malgrado sia l'ottava potenza economica del mondo, ha un debito estero di 178.000 milioni di dollari e soprattutto una disuguaglianza sociale spaventosa che lo porta ad occupare solo il 70° posto nella classifica dello sviluppo umano. Il 10% più ricco dei brasiliani controlla il 50% del reddito nazionale, mentre il 50% più povero deve accontentarsi dell'11% e un quinto della popolazione è ridotta alla fame. La riforma agraria, richiesta da decenni, è una delle questioni cruciali che il nuovo presidente carioca dovrà affrontare. Una nota positiva viene dalla presa di posizione del Governo italiano nei confronti della decisione della Suprema Corte di Giustizia del Messico che aveva respinto il ricorso alla legge su cultura e diritti indigeni fatta da parte di organizzazioni e comunità indigene. La campagna contro l'oledotto OCP informa che Robert Goodland, già consigliere ambientale della Banca Mondiale per 25 anni, ha bocciato il progetto che vìola almeno 4 politiche applicabili della BM e in particolare le valutazioni d'impatto ambientale, gli habitat naturali, il reinsediamento involontario e le politiche sui popoli indigeni. L'esperienza della Carovana italiana e il futuro della Campagna contro l'OCP si deciderà in un incontro venerdi 11 ottobre a Milano.
Pubblicato il: 02.10.2002 " Fonte: » Selvas, Carovana contro OCP;
" Approfondimento: » Dossier America Latina;