La necessità di consumare meno

Stampa

Immagine: Unsplash.com

Esperienza didattica raccontata da una collega dell'Istituto Gramsci di Prato in Toscana

Sono rimasta molto entusiasta e colpita da un’esperienza didattica raccolta e che mi è stata raccontata da una collega di un istituto tecnico, l'Istituto Gramsci di Prato in Toscana. Questa collega mi ha raccontato che il progetto a cui lei ha partecipato è stato realizzato in un istituto di istruzione superiore di Prato che comprende due indirizzi di studio tecnici e scientifici.

Marina, in quale contesto sociale e culturale si è svolto il progetto didattico sul consumo critico e la cittadinanza attiva e globale?

Prato è un capoluogo di provincia di antica tradizione artigianale industriale, incentrata principalmente sul settore tessile, attualmente in grave crisi a causa della concorrenza cinese che in quest’area ha stabilito una comunità tra le più numerose in Italia. Nella scuola della collega la presenza degli alunni stranieri è molto elevata, in continua crescita e si concentra soprattutto nell’indirizzo commerciale, preferito soprattutto gli studenti cinesi. In questa dimensione, realmente interculturale, da anni si realizzano progetti anche di vasta portata che hanno come obiettivo l’educazione per la cittadinanza attiva e globale nella coscienza che agli studenti debbano essere forniti strumenti di comprensione della crescente complessità di relazioni esistenti tra culture e sistemi economici delle diverse comunità sociali. 

Il progetto di cui mi hai riferito e raccontato è finanziato con fondi destinati a progetti di educazione ambientale in seguito alla partecipazione a un bando di concorso provinciale. Quale è la sua motivazione?

Lo scopo dell’azione educativa è quella di promuovere percorsi di educazione alla cittadinanza attiva e consapevole, affrontando i temi dell’utilizzo razionale ed ecocompatibile delle risorse ambientali ed energetiche, con la prospettiva di stimolare la riflessione sui comportamenti di consumo individuali e di modificare le caratteristiche verso una maggiore sostenibilità ambientale

Quali sono le metodologie applicate?

L’aspetto metodologico peculiare è stato lo spazio dedicato all’osservazione e al monitoraggio dei comportamenti personali e familiari, per consentire agli studenti di misurare il proprio impatto ambientale, diventando consapevoli dell’importanza dei comportamenti individuali e collettivi nella creazione e nella risoluzione dei problemi trattati. Il progetto ha coinvolto le classi dell’indirizzo geometri in percorsi differenziati che avevano come denominatore comune le relazioni tra consumi di risorse e cambiamenti climatici.

Come è stato suddiviso il progetto per classi?

Alcune classi hanno affrontato il tema dei rifiuti, altre hanno affrontato il tema delle risorse idriche. In seguito, un percorso incentrato principalmente sulle risorse energetiche in cui ancora hanno approfondito, dal punto di vista progettuale e impiantistico, le tematiche relative al risparmio energetico degli edifici residenziali e tutti i percorsi sono stati integrati con visite guidate a impianti di interesse specifico e esposizioni e manifestazioni sui temi affrontati.

Avete in proposito organizzato un viaggio di istruzione a Friburgo.

Tra questi temi, nell’ambito del viaggio di istruzione annuale delle classi, si fa riferimento in particolare al quartiere di Vauban di Friburgo in Brisgovia Germania, uno dei primi e meglio conosciuti esempi di progettazione ecosostenibile. Il percorso più complesso e interessante dal punto di vista metodologico per le osservazioni che hanno tratto gli studenti è stato senz’altro quello relativo i consumi. In una prima fase sono stati analizzate relazioni esistenti tra i consumi energetici mondiali, il problema del riscaldamento globale, poi sono state analizzate le relazioni tra stili di vita delle comunità e i consumi energetici. In seguito sono state individuate interconnessioni tra consumi di energia e consumi di risorse complessive: gli studenti hanno analizzato i propri stili di consumo calcolando, con una metodologia abbastanza complessa, la quantità di gas serra prodotta da ciascuno in ambito familiare attraverso l’uso di combustibili per trasporto, riscaldamento e la propria impronta ecologica. Poi sono stati elaborati i dati raccolti e confrontati con la media locale e con quella nazionale che a loro volta sono stati confrontati con i dati internazionali. Sono state approntate ricerche bibliografiche e è stato realizzato un lavoro multimediale. Nella fase successiva, dopo aver preso atto grazie all’indagine precedente dei comportamenti che determinano il maggior spreco di risorse, sono stati individuati quelli che consentono di ridurre i consumi attraverso ricerche bibliografiche in rete. Infine due classi coinvolte hanno prodotto un lavoro multimediale che illustra l’esperienza. Dal punto di vista strettamente operativo, il progetto è stato portato a termine con modalità e tempi previsti.

Avete potuto fruire della visione del film di Al Gore "Una scomoda verità". Quali risultati avete ottenuto? 

L’aspetto più critico dell’azione educativa ha riguardato le modalità con cui è stato affrontato il problema dei cambiamenti climatici. L’avvio vero e proprio del progetto è coinciso per tutte le classi con la proiezione del film "Una scomoda verità" di Al Gore che, sebbene preceduta da un adeguato lavoro di preparazione, ha provocato forti reazioni emotive anche di disdegno e di segno opposto. Alcuni hanno avuto una reazione di rifiuto totale del film. La maggioranza dei ragazzi ha dichiarato di essere rimasta molto colpita dal contenuto del documentario, ma l’effetto psicologico è stato, per molti, quello di sentirsi minacciati da un problema fuori dalla loro possibilità di controllo e pertanto semplicemente angoscioso. Una minoranza relativa ha reagito domandandosi positivamente quali azioni intraprendere per contrastare un problema di così vasta portata.  L’analisi del proprio impatto ambientale ha convinto i ragazzi del fatto che le soluzioni per ridurre lo spreco di risorse e risparmiare energia comportano una revisione profonda degli stili di consumo e di vita, ovviamente poco entusiasmante per una generazione cresciuta con i modelli televisivi e poco abituata alla sobrietà. Questo risultato in buona parte inaspettato ha portato a riflettere molto sull’importanza pedagogica del progetto.

E' importante la dimensione pedagogica e emotiva del progetto?

Come accade a molti docenti di discipline tecniche soprattutto delle scuole superiori, nel corso degli anni sviluppano una metodologia di approccio alle materie che cerca di facilitare la comprensione dei contenuti specifici e rendere le lezioni interessanti, ma ci si preoccupa poco della dimensione emotiva degli studenti che sta al di fuori della relazione docente e classe. E' iniziato in seguito un momento sufficientemente ampio di libera riflessione che consente ai ragazzi di esprimere le proprie perplessità e angosce rispetto ai problemi trattati. Inoltre con la visita al quartiere Vauban di Friburgo non sono mancanti robusti elementi di rinforzo che hanno fatto comprendere gli aspetti positivi e immediatamente fruibili di uno stile di vita improntato alla sobrietà e al rispetto dell’ambiente.

Da Peacelink.it

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

Ultime notizie

La Sicilia ha sete

18 Settembre 2025
La Sicilia ha sete, e non da poco tempo. (Rita Cantalino)

L’inizio dell’offensiva terrestre israeliana e l’esodo di massa da Gaza City

17 Settembre 2025
Israele conferma che l’offensiva ha provocato un esodo senza precedenti. (Giacomo Cioni)

Dossier/ Materie prime critiche (4)

17 Settembre 2025
Oltre a quelli ambientali, l’estrazione di minerali critici comporta una serie di impatti diretti sulla vita di diversi gruppi vulnerabili. (Rita Cantalino)

Il blocco del porto di Trieste

16 Settembre 2025
Il blocco del porto di Trieste contro le armi per Israele e per l’applicazione del Trattato di pace. La mobilitazione di USB. (Laura Tussi)

L’E-Mobility in stallo?

15 Settembre 2025
La mobilità elettrica potrebbe scaricarsi: colpa di costi, filiere e infrastrutture. (Alessandro Graziadei)

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad