La destra americana in armi

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Foto: Unsplash.com

Dopo l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio del 2020, la radicalizzazione non solo nel linguaggio, ma anche nelle azioni della destra americana è ancor più preoccupante per la diffusione di massa delle armi da fuoco, compresi fucili d’assalto, in libera e impetuosa vendita. Una vera milizia eversiva che è una miccia accesa nel cuore degli Stati Uniti.

Trump ha aperto la sua campagna elettorale il 25 marzo con un infuocato discorso in un luogo simbolico, la città di Waco, in Texas.  Nella settimana precedente, aveva pubblicato sul suo sito Truth Social, esortando la sua base a difenderlo mettendo a ferro e fuoco i suoi avversari, promettendo che, una volta rieletto Presidente, sarà un «agente punitore». Durante la manifestazione, la rockstar Ted Nugent ha suonato un’interpretazione infuocata dell’inno nazionale degli Stati Uniti, interrotta da un’invettiva piena di oscenità contro i “delinquenti con i piedi di piombo” del Governo federale che, a suo dire, hanno ingiustamente imprigionato i sostenitori di Trump che hanno preso d’assalto il Campidoglio il 6 gennaio 2021.

Waco è una città di 130.000 abitanti, famosa per essere stata teatro, esattamente trent’anni prima, della manifestazione trumpiana di un sanguinoso assedio da parte dell’FBI di un ranch in cui si erano trincerati i membri della setta religiosa dei Davidiani, seguaci armati del guru David Koresh. Lo scontro tra gli agenti federali durato quasi due mesi finì in un inferno di fiamme nell’edificio degli adepti. Settantasei membri della setta, tra cui 20 bambini, furono trovati morti dopo l’incendio. Rimasero a terra anche quattro agenti di polizia. Da allora Waco è diventato il simbolo per i gruppi di estrema destra antigovernativi e ricorre nella retorica della lobby che promuove il possesso sregolato di armi e le rivendicazioni di indipendenza degli Stati rurali contro Washington e i grandi centri urbani, generalmente a maggioranza democratica. A solo un anno di distanza, questa retorica si è tradotta in un terribile atto di sangue.

L’Oklahoma City bombing è stato un attentato terroristico con camion bomba contro l’Alfred P. Murrah Federal Building a Oklahoma City, negli Stati Uniti, il 19 aprile 1995. Uccise almeno 168 persone. I feriti furono più di 68. È stato l’atto terroristico più letale nella storia degli Stati Uniti, fino agli attacchi dell’11 settembre 2001. A compierlo, due estremisti antigovernativi e suprematisti bianchi, Timothy McVeigh e Terry Nichols. L’esplosione ha distrutto o danneggiato altri 324 edifici nel raggio di 16 isolati, ha mandato in frantumi i vetri di 258 strutture vicine e ha colpito 86 automobili. Il tutto, per un danno stimato di 652 milioni di dollari...

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