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La debole risposta della politica alla crisi ambientale
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Daniela Guerra, consigliere regionale dell'Emilia Romagna, capogruppo dei Verdi con delega all'educazione alimentare e all'orientamento ai consumi ha affrontato la visione della politica provinciale difronte alla grave crisi ecologica.
"Oggi la politica deve saper rispondere alle crisi ambientali perche' tutto quello che si deve sapere si sa, siamo in una reale possibilita'" Purtroppo la risposta della politica emerge con troppa cautela e paura e le sedi politiche cercano sempre di capire se fuori c'e' un consenso. "Si deve avere il coraggio di tradurre quell'orientamento di sviluppo sostenibile che non presuppone necessariamente crescita".
Alcuni di noi preferiscono la parola futuro sostenibile a quello di sviluppo sostenibile. Non basta che sul piano triennale della regione Emilia Romagna si parli di futuro sostenibile fin tanto non c'e' una realizzazione concreta. Le scelte concrete non sono ad appannaggio dell'assesorato all'ambiente ma di quello ai trasporti, alle infrastrutture, edilizia. Non e' giusto rimanere nell'ambito dell'Assesorato ambientale, noi abbiamo degli incentivi al disastro. Gli ingenieri delle opere pubbliche ricevono piu' compenso in rapporto al costo dell'opera realizzata, cosa che non e' sostenibile".
Il blackout che e' avvenuto in Italia ha fatto scattare nella maggiorparte dei politici l'equazione abbiamo bisogno di energia... un errore completo! L'approcio puo' essere non solo divietologico ma anche incentivare il nuovo e quindi verificando con la tecnica producendo gli stessi beni con una minor bisogno di energia a patto che si modifichino gli impianti a patto che non si lasci in mano di chi produce e vende energia che non ha interesse ad aumentare la riduzione di energia. Come ambientalista mi aspettavo il piano triennale delle attivta' produttive che e' stato discusso senza il coinvolgimento delle forze di pressione della societa' civile senza l'introduzione degli incentivi responsabili."
"Non abbiamo trovato le formule per interagire con l'ambiente, con una dicotomia tra quello che si dice e quello che si fa, manca la possibilta' di organizzare il consenso il sistema della democrazia rappresentativa e' inattuale e per questo deve trovare delle forme di partecipazione che costituisca quegli istituti intermedi che possano dire la loro. I cittadini solitamente promuovono dei comitati che si pongono in contrapposizione alle decisioni politiche, con un processo di partecipazione che finisce con la crisi. Ma non si riesce a parlare di programmazione economica con una fase di partecipazione e a volte le decisioni arriva prima l'economia della politica. Passare dalle parole con cui abbiamo detto quasi tutto ai fatti." [AT]