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LAV: zoomafia illeciti da 3 miliardi di euro l'anno, preoccupa ddl intercettazioni
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E' di tre miliardi di euro l'anno il giro d'affari che si muove intorno al business animali sempre più lucroso per la criminalità organizzata. Lo si ricava dal Rapporto Zoomafia 2009 presentato in un convegno ieri a Roma dalla LAV.
Le corse clandestine di cavalli e le infiltrazioni criminali nel settore dell’ippica si confermano i filoni zoomafiosi in cui la criminalità organizzata sembra concentrare sempre più prepotentemente il suo interesse: settori che da soli producono un business stimato in circa 1 miliardo di euro. "In 11 anni, dal 1998 al 2008, sono state denunciate 2768 persone, sequestrati 851 cavalli e bloccate 75 corse clandestine. Cavalli costretti a correre su improvvisati e pericolosi circuiti stradali urbani, spesso all’imbrunire o di notte, drogati con stimolanti per aumentarne le prestazioni" - spiega la LAV.
"Le numerose inchieste giudiziarie che riguardano reati legati allo sfruttamento criminale degli animali evidenziano la presenza di gruppi particolarmente attivi, molto dinamici sotto il profilo economico, che ricorrono a modalità operative particolarmente sofisticate, dislocati su tutto il territorio nazionale e con collegamenti all’estero, possiamo parlare di una vera industria dello sfruttamento e della violenza" - ha spiegato Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV e autore del rapporto. "Questo fenomeno complesso richiede e l’adozione di metodologie investigative tipiche di quelle usate per contrastare la criminalità organizzata. Per questo - ha concluso Troiano - siamo molto preoccupati per le nuove norme sulle intercettazioni in via di approvazione che escludono la possibilità di utilizzare tale indispensabile mezzo di ricerca delle prove per crimini contro gli animali, contro l’ambiente e quelli relativi alle adulterazioni alimentari".
Le inchieste avviate, inoltre, confermano che il doping non è una pratica circoscritta alle sole corse clandestine, ma interessa anche corse ufficiali. "Le operazioni di polizia e le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto il mondo dell’ippica nel 2008, rappresentano l’ennesima conferma della nostra teoria del ciclo zoomafioso nell’ippica: ogni sei mesi circa, in Italia, vengono rese note vaste inchieste che coinvolgono il mondo dell’ippica" - sottolinea la Lav. "Denunce, perquisizioni, arresti e sequestri, ma alla fine poco o nulla cambia realmente. Dopo il fragore iniziale, però, l’interesse va scemando fino a un nuovo calo di attenzione che consente alle persone coinvolte, di tornare alle consuete attività, senza ulteriori clamori".
Molto preoccupante il traffico di cani importati dai Paesi dell’Est: circa 500 mila cuccioli importati illegalmente ogni anno in Italia. Nel 2008 sono aumentati i sequestri e gli interventi delle forze di polizia. "I confini tra commercio legale e traffico illegale sono labili e non solo perché il tragitto e la provenienza sono gli stessi, ma perché molte volte, dietro importazioni legali e autorizzate vengono celati, tra i meandri di documentazione, certificati e passaporti, animali clandestini" - spiega la Lav. Stabile ma sempre allarmante il business legato alla gestione di canili "lager" (strutture spesso sovraffollate e inadeguate sotto l’aspetto igienico sanitario e strutturale) e il business sui randagi. Tutti questi traffici garantiscono agli sfruttatori di questi animali introiti stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno.
Fiorente il traffico illecito di fauna esotica protetta, che interessa circa un terzo di quello legale, con un business quantificabile in circa 500 milioni di euro l’anno: avorio, pappagalli, falchi, camaleonti, tartarughe, un leone, ma anche conchiglie, coralli, caviale, zampe di elefante, coccodrilli imbalsamati e prodotti in pelle di animali protetti, come leopardi, lupi, varani, e lontre. Il bracconaggio con i reati relativi all’uso e detenzione di armi e munizioni conferma la sua pericolosità. La vendita di animali imbalsamati e il traffico di fauna per l’alimentazione umana, muovono un giro d’affari di circa 5 milioni di euro.
Grande preoccupazione desta il fenomeno della cosiddetta "Cupola del bestiame" e dei reati ad essa connessi, che vanno dalle truffe ai danni dell’Erario, dell’UE e dello Stato, al traffico illegale di medicinali, dal furto di animali d’allevamento, alla falsificazione di documenti sanitari, fino al gravissimo reato di diffusione di malattie infettive, attraverso la commercializzazione di carni e derivati, provenienti da animali malati. Un business con un fatturato annuo di almeno 400 milioni di euro, la complicità di allevatori e venditori disonesti e veterinari collusi.
Altro settore di interesse criminale è quello delle sofisticazioni alimentari che nel 2008 hanno determinato un vero e proprio allarme sociale con tonnellate di alimenti di origine animale sequestrati. "Non è da sottovalutare il pericolo delle infiltrazioni della criminalità organizzata nei diversi filoni del fenomeno" - afferma la Lav eidenziando che "il pericolo che viene preso seriamente in considerazione anche nelle ultime relazioni della Direzione Investigativa Antimafia (DIA) e che investe tutti le filiere agroalimentari".
Inquietanti segnali di ripresa si sono registrati anche nella cinomachia, i combattimenti clandestini, fenomeno che negli ultimi anni si era molto ridimensionato. Se negli ultimi anni diversi segnali indicavano una rassicurante quiescenza del fenomeno, platealmente diminuito in tutto il Paese, a causa, riteniamo, dell’effetto preventivo della nuova normativa penale a tutela degli animali, negli ultimi mesi indicatori contrari, segnalazioni, ritrovamenti di cani morti, denunce, suscitano nuovamente attenzione.
Il mare, saccheggiato dalle organizzazioni criminali, muove un giro d’affari annuo di circa 300 milioni di euro attraverso il traffico di datteri di mare, o di ricci, destinato al mercato clandestino di ristoratori compiacenti, all’uso delle "spadare". "Eliminare la pesca illegale in Italia non solo comporterebbe notevoli benefici ai pesci, ai mari e all’ambiente, ma sarebbe in grado anche di creare ben mille posti di lavoro in più" - nota la Lav. Anche per il pesce sono in agguato le sofisticazioni e le adulterazioni, come accertato nelle numerose operazioni di polizia giudiziaria. Sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nel comparto della pesca e della vendita di pesce, si registrano diversi interventi della Direzione Investigativa Antimafia.
Infine gli animali usati a scopo intimidatorio, come i cani utilizzati per commettere rapine, o altri animali morti usati per minacciare e spaventare. Nel 2008, rispetto all’anno precedente, i casi rilevati sono più che raddoppiati. [GB]