LAV: testo illegale per la Direttiva sulle galline ovaiole

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Il Semestre di Presidenza italiana della Unione Europea è iniziato, nel peggiore dei modi, con l'attuazione di una direttiva, peraltro già in ritardo di oltre un anno e mezzo sulla scadenza fissata da Bruxelles, che viola apertamente la normativa comunitaria.

Nella seduta di giovedì 3 luglio u.s., infatti, il Consiglio dei Ministri ha licenziato definitivamente lo Schema di Decreto Legislativo "Attuazione della direttiva 1999/74/CE del Consiglio del 19 luglio 1999, che stabilisce norme minime per la protezione delle galline ovaiole e della direttiva 2002/4/CE della Commissione del 30 gennaio 2002, relativa alla registrazione degli stabilimenti di allevamento di galline di cui alla direttiva 1999/74".

Il testo approvato permette la costruzione e la messa in funzione di nuove gabbie per questi animali (40 milioni l'anno solo nel nostro Paese) oltre la data non derogabile dello scorso 1° gennaio 2003 (articolo 3, comma 1, punto a del D.Lgs e articolo 8 comma 5) laddove tali strutture siano state commissionate, termine generico ed aggirabile, prima del 31 dicembre 2002; prevede inoltre che la superficie della gabbia, che dovrebbe essere di almeno 550 cmⲀ (circa 21,5cm x 25,5cm in orizzontale) per ogni gallina, comprenda invece la "bandina salvauova", fino ad 8 cm di spazio orizzontale, limitando ulteriormente l'esiguo spazio a disposizione dell'animale.

Questi sono solo due esempi della distorta applicazione delle Direttive Europee da parte del Governo Italiano, quando la direttiva 1999/74 prevede all'articolo 13 comma 2 che per uno Stato membro sia possibile "mantenere o applicare disposizioni più rigorose di quelle previste dalla presente direttiva" e non certo meno rigorose come quelle sopra enunciate!

I punti di queste Osservazioni tanto sono fondati nel giudizio di violazione della direttiva o di innovazione "originale" del sistema delle sanzioni che la "Relazione al provvedimento" trasmesso alle Camere con atto n.214, omette di sottolineare proprio queste novità sostanziali estensive introdotte nel Decreto Legislativo.

In tema di sanzioni amministrative poi è presente nel decreto una originale innovazione che permette la sospensione dell'applicazione della sanzione, già di per sé modesta, "in caso di tempestivo e puntuale adeguamento alle prescrizioni", ovvero un vero e proprio via libera a violare la norma sapendo di poterla fare franca.

Proprio per scongiurare il recepimento di questo testo, così difforme dalle linee guida della direttiva europea, nel maggio scorso il presidente della LAV, Adolfo Sansolini, aveva intrapreso una protesta estrema: uno sciopero della sete interrotto solo in seguito all'incontro con i ministri Sirchia e Buttiglione, che avevano assicurato il loro appoggio alla proposta LAV di recepimento della direttiva UE.

Questo provvedimento così scritto, contro peraltro la volontà del Ministro della Salute Sirchia che guida il Dicastero responsabile della protezione degli animali in Italia, non fa certo bene agli animali ma neanche agli allevatori onesti che, vista la Direttiva europea del 1999, si erano già orientati od hanno già effettuato la trasformazione degli impianti a terra e all'aperto.

Con questo Decreto Legislativo, diametralmente opposto a quello, per esempio, della Germania (il maggior produttore di uova in Europa) che ha anticipato il bando delle gabbie di batteria dal 2012 al 2007, porrà di fatto fuori mercato gli allevatori italiani di fronte a consumatori che sempre più si indirizzano verso prodotti di qualità e rispondenti a caratteristiche ambientali ed etiche positive.

E' per tutte queste considerazioni che la LAV ha rivolto un appello al Presidente della Repubblica Ciampi, affinché non firmi la pubblicazione del Decreto Legislativo e rinvii al Governo ed alle Camere il provvedimento. In caso contrario la LAV farà ricorso al Corte di Giustizia Europea.

"Per quanto riguarda gli animali, l'inizio della Presidenza Italiana dell'Unione Europea è caratterizzato da un atto consapevolmente e platealmente illegale. - dichiara Adolfo Sansolini, presidente LAV - Poiché il Governo Italiano non ha sentito l'esigenza di rispettare la normativa comunitaria, ci appelliamo al Presidente della Repubblica affinché impedisca un abuso dettato esclusivamente da fini clientelari. Auspichiamo - prosegue Sansolni - che per i prossimi atti del Consiglio dei Ministri si tengano in maggior considerazione i diritti degli animali, i diritti dei consumatori e il principio di legalità".

Fonte: Info LAV

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