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LAV: cavalli e asini, in Italia carne da macello come i cani in Corea
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Sabato 25 e domenica 26 ottobre torneranno tavoli e stand nelle piazze principali di 50 città italiane, per proseguire la raccolta di firme a sostegno della Proposta di Legge, formulata dalla LAV, affinché gli Equini siano considerati "animali d'affezione", con il conseguente divieto di macellazione, di utilizzo in spettacoli o manifestazioni che comportino l'esecuzione di esercizi innaturali, pericolosi, stressanti o contrari alla loro dignità. Sono previsti anche: il divieto di sperimentazione, compresi gli esperimenti di clonazione; norme volte a disciplinare l'anagrafe equina, la custodia e la cura degli Equini, l'addestramento e l'impiego in spettacoli e competizioni; l'istituzione di pensionati pubblici per equini anziani o malati, un Fondo per il loro mantenimento; l'istituzione di una Commissione Tecnica Ministeriale. Decine di migliaia di firme sono già state raccolte lo scorso fine settimana in tutta Italia.
"In Italia gli Equini diventano carne da macello come i cani lo sono in Corea - dichiara Adolfo Sansolini, presidente della LAV - condannare le abitudini alimentari di altri Paesi è una contraddizione se poi non ci si sofferma a riflettere sui propri scheletri negli armadi: nel nostro Paese, ad esempio, il cavallo è considerato degno di attenzione solo in quanto al servizio dell'uomo in mille attività, spesso faticose ed insopportabili; appartiene quindi a quel vasto gruppo di animali di serie C, di cui ci si può disfare mandandoli al macello".
Nel 2001, secondo gli ultimi dati Istat elaborati da Assocarni, in Italia sono stati macellati poco meno di 300 mila Equini, con un incremento del 19,90% rispetto al 2000; di questi il 69,3% in macelli privati. Nel dettaglio, sono stati macellati 278.283 cavalli e 2.228 fra asini, muli e bardotti. In percentuale, il dato relativo alla macellazione di Equini a livello regionale vede in testa la Puglia (33,4%) e la Lombardia (13,7%), seguite da Piemonte (10,5%), Veneto (8,5%) e Lazio (5,8%).
Da sfatare alcune vecchie credenze popolari che attribuiscono alla carne di cavallo proprietà nutritive tali da combattere anemia e pressione bassa. Non esiste alcuna ragione "terapeutica" che possa giustificare, ad esempio, il consumo di carne di cavallo: il contenuto in ferro della carne di cavallo è di 3,9 milligrammi (mg) per 100 grammi (gr) di carne, tanto quanto la prugna secca, mentre ne è più ricco il tuorlo d'uovo che ne contiene 4,9 mg, il cioccolato fondente (5 mg), il basilico (5,5 mg) ed il cacao amaro (14,3 mg). Le proteine della carne di cavallo sono 19,8 mg per 100 grammi, meno di quante ne contengano le mandorle con 22 mg ed i pinoli con 31,9. Troviamo, infine, 4 mg di calcio, a fronte dei 27 mg contenuti nell'uva fresca, dei 60 mg nel ribes e dei 119 mg nel latte pastorizzato intero.
L'Italia, inoltre, non ha mai emanato una legislazione che regoli l'utilizzo dei cavalli nei settori dell'ippica, dell'equitazione, dei palii, delle monte da lavoro o del turismo. Questi cavalli devono imparare, con addestramenti duri e coercitivi, ad eseguire esercizi e prove che per loro non hanno alcun senso, ma che sono invece fonte di forte stress psico-fisico che li logora lentamente e li espone a molti rischi. Non tutti i puledri arrivano al debutto in pista. Le cifre indicano una realtà agghiacciante: circa il 40% dei cavalli rimane irrimediabilmente danneggiato durante la fase di allenamento nell'età compresa tra i diciotto mesi e i due anni (quando il loro sistema muscolo-scheletrico non è ancora completamente sviluppato), mentre un altro 25-30% si perde durante la stagione di corse tra i due e i tre anni di età. I cavalli scartati ma "riutilizzabili" finiscono nei maneggi o nelle piazze dove si svolgono feste paesane su strade asfaltate e solitamente senza controlli. I cavalli, però, possono anche finire in mano ad organizzazioni criminali che li usano nelle corse clandestine, ben più pericolose di quelle legali. Gli altri finiscono al macello. I cavalli da corsa vengono "bruciati" nel giro di qualche anno. Avviene, infatti, che nelle andature veloci le articolazioni del cavallo devono sopportare una enorme pressione che provoca alle stesse un continuo logorio e diverse rotture causa spesso di osteoartriti. Ciò nonostante i cavalli vengono fatti correre mediante la somministrazione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici anziché metterli a riposo per un salutare periodo di convalescenza. A queste sostanze si aggiungono quelle dopanti, di cui si sospetta un largo utilizzo.
"La mancanza di una legge specifica che tuteli gli Equini, di fatto consente lo sfruttamento e l'abuso di questi animali in mille attività, spesso senza alcun controllo: basti pensare ai tanti palii che si corrono in Italia anche a costo della vita degli stessi cavalli o alle corse clandestine gestite dalla criminalità organizzata - dichiara Angela Marino, responsabile LAV settore Ippica e Sport Equestri - chiediamo ai cittadini di firmare la petizione a sostegno della nostra Proposta di Legge, e ai parlamentari di tutti i Gruppi politici di sostenere questa iniziativa in sede legislativa, affinché gli equini possano presto essere affrancati dall'attuale schiavitù".
Oltre alla possibilità di firmare la petizione a sostegno di questa Proposta di Legge, sabato 25 e domenica 26 ottobre con un contributo minimo di 15 euro la LAV offrirà un simpatico puledro di peluche, per contribuire a finanziare questa importante campagna per i diritti degli Equini. L'elenco completo delle piazze dove trovare gli stand della LAV è disponibile sul sito internet www.infolav.org , oppure si può telefonare allo 064461325. Chi non può venire in piazza ha la possibilità di firmare la petizione on line collegandosi al portale della LAV: www.infolav.org