L'acqua come diritto e non merce in vendita

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In sede delle Nazioni Unite per la prima volta l'acqua è stata dichiarata come un diritto dell'uomo, cioè un bene sociale e culturale e non un prodotto economico. Il Comitato dell'ONU che si è cosi pronunciato ha commentato che i 145 paesi che hanno ratificato il patto dovrebbero permettere a tutti ed equamente l'accesso all'acqua. In Italia si torna a parlare d'acqua a Bologna dove da tempo sono stati proposti due progetti di nuove infrastrutture per il sistema idrico bolognese: la diga di Castrola e il collegamento "diretto" tra il bacino di Suviana e la Centrale di potabilizzazione di val di Setta (Sasso Marconi). A rigaurdo il comitato di Attacqua esprime contrarietà per la mancaza di informazioni dell'Agenzia preposta e chiede di attivare soluzioni per garantire informazione e trasparenza nelle attività dell'Agenzia. Soprattuto nel sud continua il "rischio idrico" e per questo che il Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua ha presentato degli emendamenti alla Finanziaria che "limiti l'appropriazione della risora acqua alle principali imprese multinazionali, e quindi contro la sua privatizzazione". Questo processo è stato attivato dal Governo Berlusconi con l'introduzione dell'art. 35 nella legge finanziaria del 2002, di cui si chiede l'abrogazione, che ha espropriato e di fatto profondamente mortificato l'autonomia degli Enti locali in ordine alle modalità di gestione dei propri servizi pubblici. In questa direzione va la campagna sui GATS, l'accordo sui servizi in sede WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio) che vi segnaliamo.
Pubblicato il: 06.12.2002
" Fonte: » Enviromental News, Attac, Cipsi, Vita, Ass. obiettori nonviolenti , Peacelink;
" Approfondimento: » Dossier Crisi Globale;

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