L'Italia entra in guerra anche in Iraq

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Via libera di Camera e Senato all'invio di un contingente italiano tra i 2500 e i 3000 uomini per missioni umanitarie in Iraq.

Il Forum Sociale Europeo ha commentato come un fatto di "gravità inaudita" in quanto ora l'Italia diventa uno stato belligerante mettendo "in campo la sua forza militare, alla diretta dipendenza del comando americano, per sostenere e rafforzare una occupazione illegittima". Associazione delle Ong e Forum terzo settore si sono dichiarati contrari a un intervento italiano a scopi umanitari e di peace-keeping in Iraq attuato senza l'Onu. Secondo il giurista Domenico, ex senatore e giudice civile è "stato compiuto un atto illecito senza precedenti". Un impegno militare che il parlamento italiano prende mentre il corpo degli alpini sta partecipando alla missione Isaf in Afghanistan sotto l'egida Onu, e a Khost a quella dell'Enduring Freedom. Due le autobombe esplose nella regione di Khost, città di stanza del contingente italiano, nell'ultima settimana. Nessun ferito ma morti quattro dei probabili attentatori. Molti sono anche gli scontri diretti sia tra gruppi talebani ed esercito regolare che tra milizie rivali. Martedì scorso a Meymaneh, capitale della provincia nordorientale di Faryab, le truppe di Atta Mohammed, generale di etnia tagika, e quelle del generale Rashid Dostum, uzbeco, si sono battute causando la morte di 13 persone. In un incontro a Ginevra sulla situazione della ricostruzione in Afghanistan il funzionario ONU Kamal Hossain ha segnalato che sono stati versati solo metà dei fondi (4,5 miliardi di dollari) stanziati nella conferenza di Tokyo del gennaio 2002. Secondo una stima ufficiale ne servirebbero 15 miliardi.

Fonte: Warnews

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