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L'Europa per un'altra Banca Mondiale
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Nel tardo pomeriggio di ieri il Parlamento europeo ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione in sostegno del rapporto sull'attività estrattiva della Banca mondiale - Extractive Industries Review, EIR - che verrà sottoposto a breve al voto del Consiglio dei Direttori esecutivi. Il giorno prima anche la Commissione europea, chiamata a pronunciarsi dal Gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, aveva espresso il pieno supporto a tutte le importanti raccomandazioni contenute nel rapporto dichiarando di farsene portatrice nelle sedi internazionali e di applicarle attraverso le sue politiche di cooperazione, in particolare nei confronti della Banca Europea Investimenti.
L'EIR chiede alla Banca mondiale un immediato stop ai finanziamenti per i progetti concernenti il carbone, mentre per quelli relativi al petrolio il termine ultimo previsto è fissato nel 2008.
La risoluzione del Parlamento chiede alla Banca mondiale di cambiare le sue priorità per i prestiti al settore energetico e di riformare i suoi standard sociali ed ambientali, in linea con quanto espresso nell'EIR, in maniera da rendere il sostegno finanziario all'estrazione di petrolio e gas e alle attività minerarie condizionato ad una good governance, a favore dei poveri e dello sviluppo sostenibile ed al rispetto dei diritti umani da parte delle compagnie e dei governi coinvolti nei singoli progetti.
La posizione della Commissione e la risoluzione del Parlamento Europeo sono state accolte con favore dalle organizzazioni che da mesi lavorano per l'implementazione dell'EIR, tra cui la Campagna per la riforma della Banca mondiale.
Ma mentre le istituzioni europee si pronunciavano a sostegno dell'EIR, le banche private che fanno parte del gruppo che ha abbracciato i cosidetti Equator Principles, e che quindi teoricamente dovrebbe operare in modo più sostenibile dal punto di vista socio-ambientale, portavano avanti un'azione di lobby segreta contro le raccomandazioni del rapporto. Le Ong sono infatti entrate in possesso di una lettera di queste banche che sarà indirizzata al Presidente della Banca mondiale James Wolfensohn, che gli chiede di non adottare le più importanti raccomandazioni del rapporto.
"La risoluzione del Parlamento europeo chiede alla Presidenza irlandese di concertare con i paesi membri una posizione a sostegno del rapporto" ha dichiarato Jaroslava Colajacomo della Campagna per la riforma della Banca mondiale. "Speriamo che questa volta i paesi europei, che hanno il 30% dei voti nel Consiglio della Banca mondiale, utilizzino il loro potere per condizionare il processo decisionale di questa istituzione" ha continuato la Colajacomo. "E' però molto grave che mentre le istituzioni internazionali cercano di agire in modo trasparente e positivo, un gruppo formato dalle più importanti banche al mondo, tra cui l'italiana Mediocredito Centrale, agiscano nell'ombra per rendere vani questi sforzi" ha concluso la Colajacomo.






