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Kenya: in difficoltà la missione ad Haiti tra fondi congelati e caos sul campo
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Foto: Unsplash.com
Con lo stop dei finanziamenti americani da parte dell'amministrazione Trump e un'efficacia operativa quasi nulla, il nuovo format di missione internazionale sembra destinato al fallimento. Le gang criminali continuano a controllare vaste aree del territorio, mentre la popolazione locale vede il personale della MSS come "turisti in vacanza". di Bruna Sironi
Il 19 gennaio è arrivato ad Haiti il terzo contingente kenyano, formato da 217 dei mille uomini promessi alla missione nel paese caraibico devastato da bande criminali. In tutto ne sono stati dispiegati finora poco più di 600. Gli altri 400 saranno inviati «in due time», cioè a tempo debito, si legge nel comunicato stampa della polizia kenyana. Una formula decisamente ambigua, soprattutto se scritta in un comunicato ufficiale, che dice parecchio delle difficoltà dell’operazione.
L’incognita del sostegno americano
Difficoltà che potrebbero aumentare, e di molto, dopo la decisione dell’amministrazione Trump di congelare i fondipromessi. Il provvedimento, in linea con la nuova direzione della politica estera degli Stati Uniti, è stato confermato dall’Onu martedì 4 febbraio.
Missione ibrida
La missione Multilaterale di supporto alla sicurezza (MSS, Multinational Security Support) ad Haiti stata richiesta dal governo del paese nel 2022 e approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu il 2 ottobre 2023.
Per questioni legate soprattutto alle performance, criticabili e controverse, di precedenti operazioni delle Nazioni Unite nell’isola caraibica, la missione ha uno status diverso. Si configura, infatti, come risposta all’appello di un governo in difficoltà da parte di esecutivi amici e solidali. L’operazione appoggiata e autorizzata dall’Onu, che però non ne è titolare.
La MSS è un’operazione di polizia a sostegno del corrispettivo corpo per la sicurezza di Haiti, in collegamento con il quale è previsto che agisca. È autorizzata a dispiegare 2.500 uomini, coordinati dal Kenya, che si è impegnato a contribuire con mille agenti – poliziotti, non militari – anche di corpi speciali. Altri paesi, in particolare quelli caraibici, hanno promesso la propria partecipazione. Finora sono operativi sul campo circa 900 uomini provenienti da Kenya, El Salvador, Giamaica, Guatemala e Belize...