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Italia: superati i 35 giorni di pm10, ora il blocco
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Passati quasi in tutte le città i 35 giorni in cui non si dovrebbero superare i 50 microgrammi di Pm 10 o meglio conosciute come polveri sottoli. Nel primo anno di applicazione integrale della nuova Direttiva europea, ci si interroga su cosa potrebbe succedere e alcuni Sindaci preoccupati hanno chiesto al governo di intervenire. Bisogna cercare di distinguere tra possibili sanzioni di carattere interno e quelle europee. A livello interno, nazionale, la legge italiana di recepimento della Direttiva Ue non fissa sanzioni per gli inadempienti, ma stabilisce chiaramente che l'ente responsabile della riduzione dell'inquinamento atmosferico è innanzitutto la regione. Regionali sono i piani antismog, anche se poi molte regioni tendono a coinvolgere province e comuni. Le regioni avevano scadenze per presentare i piani antismog che in generale non sono stati molto rispettati. Tanto che la Commissione Europea ha aperto una procedura di infrazione all'Italia per il ritardo della presentazione dei piani antismog. Bisogna vedere se ci saranno casi in cui la magistratura riterrà che il ritardo nella presentazione dei piani è una delle cause dei superamenti di livelli.
"Se dall'incontro del prossimo 16 febbraio con il governo non verranno risposte coerenti sui problemi dell'inquinamento urbano, dovremmo fare un blocco del traffico in tutte le città italiane, come proposto dal sindaco di Torino, Sergio Chiamparino". Così il sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha ricordato che il problema inquinamento consiste in una scelta di priorità. "Il ministro Matteoli ha poi detto - ha aggiunto Veltroni - di aver stanziato 400 milioni di euro per la lotta all'inquinamento, non ne abbiamo visto ancora uno". Sono quattro le richieste principali del sindaco di Roma in tema di inquinamento: l'estensione agli edifici privati dell'obbligo di installare pannelli solari, obbligo che il comune di Roma ha già reso attuativo per tutti gli edifici pubblici; gli incentivi per la rottamazione dei mezzi inquinanti, in particolare per i motorini, il raddoppio degli stanziamenti per il trasporto pubblico, e in ultimo una data certa per il divieto dell'utilizzo delle caldaie a carbone. "Dei cinque parametri dell'inquinamento ambientale - ha ricordato il sindaco - Roma rientra in quattro. Solo per quanto riguarda il parametro delle polveri sottili la capitale non vi rientra. Ho letto però sui giornali un dato rassicurante per la salute dei cittadini: il 30% delle polveri sottili, come risulta da una indagine dell'Arpa, è di origine meteorologica".
"Un giorno a settimana, sempre. Un bel mercoledì da pedoni per tutta l'Italia chiudendo le città al traffico privato. Un provvedimento permanente che potrà servire non solo ad affrontare l'inquinamento atmosferico, quello acustico e la congestione da autovetture ma anche uno strumento per spingere gli italiani a disintossicarsi dalla dipendenza da automobile". Così Legambiente rilancia con forza la proposta che il Sindaco di Torino, Sergio Chiamaparino, intende proporre il prossimo 16 febbraio al coordinamento ANCI delle Città Metropolitane. "E' ormai innegabile che la prima causa di livelli così alti di smog nelle nostre città sia il traffico veicolare - dichiara Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - e ritengo che un giorno di dieta da automobile possa fare bene non solo ai nostri polmoni ma anche alla qualità della nostra vita. Rinunciare un giorno all'automobile per scoprire un modo diverso per spostarsi in città può far bene a molti e dimostrare agli amministratori che senza il solito ingorgo quotidiano il trasporto pubblico sarebbe in grado di soddisfare le esigenze di mobilità dei cittadini". L'associazione ambientalista chiede dunque che un giorno a settimana di blocco diventi un provvedimento strutturale e non d'urgenza. Nei giorni scorsi Legambiente aveva rigettato la proposta della di nuovi Eco-incentivi per la rottamazione in quanto è una finta soluzione ad una reale emergenza. [AT]