Italia: per Viminale le Telestreet sono 'terrorismo ed eversione'

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"Terrorismo ed eversione". E' questo il capitolo della Relazione al Parlamento del Ministero dell'Interno nel quale sono finite le 'Telestreet' (Tv di strada o Tv di quartiere). Secondo la Relazione queste "emittenti non autorizzate sono spesso vicine all'area dei centri sociali e irradiano programmi alternativi con l'obiettivo di creare un Global network che dia ai movimenti antagonisti canali comunicativi indipendenti".

Diffuse in Italia dal giugno del 2002, quando a Bologna è nata Orfeo, prima tivù di strada, le Telestreet sono piccoli ma efficaci canali di comunicazion che sfruttano le frequenze non acquisite dalle Tv per trasmettere in zone limitate di una città. Ce ne sarebbero una ventina in Italia.

"E' un fatto davvero sconcertante che il ministero dell'Interno abbia deciso di inserire le 'Telestreet' nel capitolo 'terrorismo ed eversione' della relazione al Parlamento sullo stato dell'ordine e della sicurezza pubblica" - ha dichiarato all'Ansa il deputato dei verdi Mauro Bulgarelli che ha presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno sulla vicenda. "Siamo di fronte - spiega Bulgarelli - ad un ulteriore tassello della campagna di criminalizzazione dei movimenti varata dal ministro Pisanu. Nella relazione - prosegue il deputato - 'le tv di strada vengono definite 'vicine all' area dei centri sociali' e inserite in un progetto complessivo denominato 'Global network''". Bulgarelli ha infine sottolineato che "'queste esperienze, autogestite e senza fini di lucro, dovrebbero essere incentivate e finanziate dallo Stato e non presentate come pericolosi covi di terroristi".

Numerose Tv del network Telestreet nei mesi scorsi hanno fatto notare che l'approvazione della discussa legge Confalonieri/Gasparri - con il Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC) - mette in pericolo la libertà di stampa prevista dalla Costituzione.

Megachip ha lanciato intanto un appello contro la privatizzazione della Rai. "La privatizzazione della Rai è ormai in corso, ma non vediamo né nel Parlamento, né nel Paese una battaglia per impedire la liquidazione - caso unico in Europa - del servizio pubblico" - nota l'appello che ricorda come "il Governo ha già deciso di vendere il 30 per cento dell'azienda, prima tappa della collocazione sul mercato del 100 per cento della Rai".

Megachip chiede tra l'altro una regolamentazione a livello costituzionale della Rai, dal momento che il ruolo della televisione nella formazione politica, intellettuale e morale dei popoli è diventato, nelle nostre società, determinante, dunque il diritto dei cittadini a essere informati correttamente deve essere inserito fra quelli fondamentali in una società democratica. Magachip ha già chiesto alla Federazione Nazionale della Stampa di farsi promotrice di una Sessione Straordinaria degli Stati Generali sulla Comunicazione, per lanciare una campagna contro la privatizzaione della Rai. "Si devono mobilitare in fretta le forze intellettuali, sociali e politiche del paese in difesa del servizio pubblico, così come, peraltro, è stato chiesto dalla stesso Presidente della repubblica, Carlo Azeglio Ciampi" - riporta l'appello. [GB]

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