Italia: oggi Giornata di memoria e impegno contro le mafie

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Il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, l'associazione Libera ricorda tutte le vittime innocenti delle mafie e rinnova in nome di quelle vittime il suo impegno di contrasto alla criminalità organizzata: quest'anno la decima "Giornata della memoria e dell'impegno" si celebra a Roma, appuntamento a piazza del Campidoglio alle 15. Roma ha ricordato ieri, con un incontro in Campidoglio, le oltre 600 vittime della mafia che diventeranno presto, simbolicamente, cittadini onorari della città attraverso un monumento che ne riporterà tutti i nomi. La stele - con il lungo elenco delle vittime dal 1946 a oggi - sarà inaugurata il prossimo 21 aprile, Natale di Roma, nel parco della villa confiscata al cassiere della banda della Magliana, Enrico Nicoletti, dove nella stessa data aprirà la Casa del Jazz.

Alla manifestazione di oggi ci saranno anche 150 familiari delle vittime, gli stessi che ieri, per la prima volta, si sono ritrovati tutti insieme nell'aula Giulio Cesare in Campidoglio con il sindaco Veltroni, il fondatore di Libera don Luigi Ciotti, Rita Borsellino e il prefetto Rino Monaco, commissario per le iniziative in favore delle vittime delle mafie. "Oggi si parla di meno della mafia, ma la mafia c'è - ha detto ieri il sindaco Veltroni - va combattuta con l'impegno di associazioni come Libera e con la cultura della legalità, che deve essere sempre presente nelle istituzioni".

"Il silenzio si combatte con l'impegno. Bisogna dire basta - ha detto don Ciotti - perché questo cancro continua con una guerra strisciante. In questi ultimi 10 anni sono state 154 le vittime di mafia, di cui 37 ragazzi e bambini innocenti. Tutti parlano di solidarieta', di giustizia, ma poi contano i fatti". "Insieme - ha detto Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso nel '92 - possiamo rendere più forte la nostra voce, per fare in modo così che possa essere continuata la battaglia iniziata dai nostri cari".

Ad ascoltare, nell'aula consiliare, c'era chi è stato segnato per sempre dai lutti di mafia come Giovanni Impastato, fratello di Peppino, ucciso nel 1978 a Cinisi, vicino Palermo, perché dalla sua radio denunciava apertamente il boss Gaetano Badalamenti, e Alessandro Antiochia, fratello di Roberto, l'agente ucciso insieme al commissario Ninni Cassarà nell'85. "Morì tentando di fare scudo al commissario - ha ricordato Veltroni - un gesto che ricorda quello di Calipari". E proprio a Saveria Antiochia, la mamma del poliziotto ucciso, è stata intitolata oggi la nuova sede nazionale di Libera, di cui fu tra i fondatori, in un palazzo di via IV novembre confiscato a Michele Zaza, camorrista, legato alla banda della Magliana.

"Le vittime delle mafie, tuttavia, non vanno soltanto ricordate: l'esempio che esse portano va anche accolto e vivificato, progettando apertamente un cammino di legalità e coinvolgendo la collettività su di esso. La Giornata, è il modo per affermare che ci siamo, che vogliamo fare la nostra parte. Non per essere "eroi" ma per essere pienamente cittadini, con diritti e doveri, capaci di solidarietà, rispettosi della legalità" - sottolinea Libera. È per questo che l'altro elemento fondamentale della Giornata è una effettiva attivazione del territorio nella lotta alle mafie.

I questi giorni è stato pubblicato un nuovo libro del Gruppo Abele intitolato "Dalla mafia allo Stato. I pentiti: analisi e storie". Da segnalare anche "La memoria ritrovata. Storie delle vittime della mafia" edito di recente dalla casa editrice Palumbo: il primo libro di testo scolastico sulla mafia che è stato scritto da docenti e alunni ricostruendo le storie personali e professionali di 284 vittime della mafia nell'ambito del Secondo concorso scolastico di Progetto Legalità intitolato apprezzato e condiviso dalle più alte cariche istituzionali come il presidente Ciampi. [GB]

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