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Italia: le conclusioni della Conferenza della società civile irachena
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La prima Conferenza della società civile irachena (Velletri 25-31 marzo) promossa tra gli altri dalla Ong 'Un ponte per...' ha visto circa 40 attivisti iracheni confrontarsi con altrettanti esponenti italiani e internazionali per creare un piano di azione comune a sostegno dello sviluppo della società civile irachena.
"A 6 anni dalla guerra i diritti basilari all’acqua e all’alimentazione, alla educazione, alla salute sono negati alla gran parte della popolazione" - denuncia la nota alla stampa."La libertà sindacale è tuttora negata dalla legge sul sindacato unico di Saddam Hussein, la libertà di associazione è sotto tutela, la libertà di stampa è impraticabile. I diritti delle donne hanno fatto enormi passi indietro. La nuova costituzione, approvata sotto l’occupazione americana, nega la parità di genere. Arresti arbitrari, detenzioni senza processo, esecuzioni extragiudiziali, torture sono ancora all'ordine del giorno. Vi è un calo della violenza, ma la vita di milioni di uomini e donne è ancora quotidianamente appesa ad un filo".
Nonostante questo scenario desolante "c'è una società civile che resiste e continua a voler costruire un futuro che non sia solo la fine dell’occupazione statunitense, ma sia basato sui diritti di tutti e di tutte". Proprio per dar voce a questa società civile è stata promossa la Conferenza che ha visto radunati a Velletri diversi sindacalisti, attivisti per i diritti umani e delle donne, membri di associazioni studentesche e giovanili, membri di Ong, rappresentanti di minoranze per discutere le sfide che la società civile irachena sta affrontando per continuare a costruire un Iraq libero e democratico, per stringere alleanze e migliorare la cooperazione. Durante le giornate sono state discusse dai partecipanti iracheni tutte le maggiori sfide per un Iraq sovrano e libero. "Le discussioni sono state concrete e le differenze hanno arricchito il dibattito" - sottolinea la nota.
Il documento finale evidenzia che "la società civile irachena merita un ruolo importante nello scenario internazionale come attore per il miglioramento della situazione e di ricevere un appoggio concreto da parte della società civile internazionale". I partecipanti hanno proposto una lista di azioni congiunte da sviluppare in futuro, amplieranno queste reti e costruiranno nuove alleanze invitando più iracheni e organizzazioni internazionali a partecipare al processo dell’iniziativa in solidarietà con la società civile rrachena.
Tra queste evidenziano:
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Sostegno attraverso campagne internazionali di solidarietà su tematiche identificate dagli iracheni come:
• Petizioni internazionali per la libertà di associazione e sulla legge di regolamentazione delle ONG.
• Campagne per rivendicare i diritti dei lavoratori e per l’abolizione della legge 150 che limita i diritti dei lavoratori di stabilire un sindacato.
• Campagne per migliorare la posizione delle donne nella società e per l’abolizione dell’articolo 41 della Costituzione al fine di eliminare tutti gli ostacoli legislativi alla equità di genere.
• Costituzione di una Alleanza per la difesa degli attivisti per i diritti umani (Human Rights Defenders Union).
• Promuovere il ruolo dei giovani nei centri decisionali. -
Cooperazione per rafforzare la capacità organizzativa (capacity building) delle organizzazioni della società civile irachena:
• Formazione su specifiche tematiche identificate dalle organizzazioni irachene.
• Appoggio per l’attivazione di contatti diretti e relazioni con i donatori. - Sviluppo di progetti e reti di Peace buliding, non violenza, processi di riconciliazione interna e altri punti chiave identificati dagli iracheni.
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Al fine di rafforzare la comunicazione:
• Sviluppare un social website per l’Iniziativa in Solidarietà con la Società Civile Irachena in arabo e inglese.
• Creare netgroup e mail-lists (su privatizzazioni, peace building, …). - Sviluppare networking e continuare il processo per organizzare il Social Forum Iracheno.